Roberta Olivia Russo ha poco più di trent'anni. Una vita tra attività professionali nel marketing e impegno civico. Crescita tra Napoli e la sua provincia, si trasferisce a Milano dove lavora in un'agenzia digitale come Marketing Automation Specialist. "Il mio stipendio era di 1.500 euro al mese, il mio affitto di 900 euro" racconta al Giorno.
Roberta potrebbe essere definita una "city quitter", ovvero una di quelle persone, spesso professionisti del mondo digitale che decidono di lasciare la città per vivere in campagna o montagna. Il Giorno aveva dato spazio alla storia di Giacomo Biraghi, "scappato" da Milano alle montagne della Valtellina. La sua storia potrebbe essere quella di molti giovani professionisti che oggi si trovano a dover gestire l'aumento dei costi per l'inflazione e stipendi sempre più incerti e bassi.
Oggi Roberta vive a Rore, Comune di Sampeyre in provincia di Cuneo (900 metri). Quando non è in Italia viaggia e lavora da remoto, insieme al suo compagno. Racconta la sua esperienza sui social, con la pagina "Migratori Digitali".
Roberta, dopo circa un anno di lavoro nella digital agency, hai dato le dimissioni, lasciando una carriera "certa". Cos'è successo? "Avevo bisogno di lavorare in modo flessibile e poter viaggiare non solo quando tutti viaggiano e i costi sono proibitivi. Inoltre sentivo l’esigenza di creare una mia carriera. Il mio sogno all’epoca era poter diventare una nomade digitale. Quindi, senza ancora nessun cliente, ho dato le dimissioni, ho lasciato la casa di Milano e mi sono trasferita a Saronno con il mio compagno. Li pagavamo in due 1000 euro (praticamente la stessa cifra del bilocale milanese) per una casa enorme, con un grande terrazzo (che è stato di grande aiuto durante la pandemia e i lockdown). Saronno è comoda per arrivare a Milano in circa 20 minuti di treno. Spesso infatti (prima del covid) andavo a lavorare in co-working a Milano per incontrare altri professionisti o potenziali clienti. Durante il Covid tutti i nostri clienti, molti dei quali a Milano e Varese (altri in Piemonte) si sono abituati a incontrarci solo su Zoom. Nel frattempo io ho sentito sempre più una certa insofferenza verso i paesaggi fatti solo di elementi artificiali, cemento ed asfalto, dove la maggior parte dello svago consiste nel consumo. Sognavo la natura".
Sognando la natura ti sei avvicinata a un borgo di montagna. "Con il mio compagno abbiamo scelto di fare un mese di prova in una borgata vicina, durante un periodo di lockdown, di lasciare la Lombardia per iniziare una vita diversa, circondati da una natura che è preponderante rispetto alle costruzioni umane. Un alloggio in affitto da 240€ al mese ci ha permesso di avere una maggiore disponibilità economica che abbiamo investito in un viaggio “workcation “ durato 4 mesi tra Thailandia e Indonesia". Come e dove organizzate i vostri viaggi? "Viaggiamo abbastanza, e la nostra volontà è quella di viaggiare durante l’inverno in luoghi caldi (America Latina e Asia) e stare qui e in Europa durante i mesi più caldi. Ci piacerebbe visitare altri pesi dell’Asia (Malesia, Vietnam, Giappone), tornare ancora in Thailandia e a Bali e vivere per un bel periodo in Australia. Altri pesi che speriamo di visitare presto sono il Messico, il Costa Rica e la Giamaica". Come vi sentite a vivere in un borgo dopo aver vissuto in città? "Con la mente più rilassata e aperta alla meraviglia della natura, liberi dal dover essere in qualche modo preciso, più a contatto con la nostra interiorità e a contatto con persone amanti della natura e più presenti. Io adoro ogni elemento della natura che mi circonda che mi fa sentire connessa con me stessa e con il pianeta. Adoro ascoltare costantemente i suoni degli animali e del torrente e pochissimo le macchine".
Non ti manca la socialità o la "cultura" della città? "Nel borgo ci sono socialità diverse, vengono organizzate molte attività, ci sono sia persone "locali" che altri nomadi digitali o professionisti che han scelto di trasferirsi in questi luoghi. Le attività culturali le coltiviamo con i viaggi, possiamo scegliere di andare a Torino, Milano o Venezia per un concerto o per uno spettacolo teatrale. Non ci manca nulla".