
Stefano Cetti, direttore generale di Metropolitana Milanese società di ingegneria fondata
Milano, 29 giugno 2021 - «Ci troviamo davanti a cinque anni fondamentali per disegnare la nuova MM, che si prenderà cura dei milanesi a 360 gradi. In questa strategia un passo importante è l’internalizzazione di appalti ora affidati a ditte esterne". Stefano Cetti, direttore generale di Metropolitana Milanese Spa, una delle più grandi società d’ingegneria d’Italia che affonda le radici nel 1955, quando fu creata dal Comune di Milano per progettare e costruire le prime linee metropolitane, guarda al futuro sulla base del bilancio d’esercizio 2020 con numeri "lusinghieri" nonostante la pandemia. La società ha generato ricavi per 268 milioni di euro, in linea con l’anno precedente. Il margine operativo lordo è cresciuto del 21% rispetto al 2019, raggiungendo quota 67 milioni di euro. Il patrimonio netto si attesta attorno ai 241 milioni di euro. Stefano Cetti, come legge questi dati? "Il servizio idrico ha tenuto e siamo andati bene nell’ingegneria e in altri business. I risultati non sono altro che la rappresentazione di un modello organizzativo affidabile ed efficace". Su quali obiettivi puntate nel breve e nel lungo periodo? "Sicuramente, oltre alle nostre attività più tradizionali, c’è un forte investimento sulla manutenzione ordinaria, che significa la cura della città, dal verde pubblico alle scuole. La nostra intenzione è quella di internalizzare gli appalti e questo dovrebbe portare anche a una crescita dei nostri dipendenti, assumendo e formando nuovi operai e manutentori". Avete già fatto delle previsioni? "In questo momento abbiamo 1.300 dipendenti, nei prossimi 3-5 anni potrebbero aumentare di altre 300-350 unità. L’internalizzazione degli appalti dovrebbe entrare nel vivo fra il 2022 e il 2023. Questa operazione ci permetterebbe anche un maggior controllo sulla legalità e una maggiore efficienza, anche perché in questi anni abbiamo assistito a un peggioramento del livello qualitativo del lavoro negli appalti affidati all’esterno". MM gestisce anche le case popolari del Comune di Milano, in quartieri dove si concentra l’emergenza povertà legata alla pandemia. "Dal mio punto di vista, gli effetti peggiori devono ancora farsi sentire. Noi, nel rispetto dei ruoli, vogliamo aumentare la capacità di ascolto e relazione con gli inquilini, vogliamo essere un punto di riferimento". Quale è stata la difficoltà principale affrontata durante la pandemia? "Sicuramente garantire i servizi e fare lavorare i dipendenti da casa, con tutti i problemi connessi alla sicurezza informatica. Ora abbiamo intenzione di rendere lo smart working strutturale".