LUCA BALZAROTTI
Economia

Pagamenti col Pos anche per pane e caffè: aumento record in Lombardia, ma le autofficine fanno resistenza

Nell’ultimo anno il numero di transazioni in Lombardia è cresciuto del 38%. A Varese incremento record (+47,5%), a Lodi lo scontrino più basso. L’esperto: “Società senza banconote? Serve tempo, ma il trend è questo”

Pagamento elettronico tramite carta (Ansa)

Varese (+47,5%), Pavia (+42,9%), Mantova (+40,4%), Bergamo (+39,8%) e Sondrio (+39%). È la geografia delle province diventate più “cashless“ nel 2023. Quelle che nell’ultimo anno hanno accelerato sull’abbandono del contante a favore di pagamenti digitali. La loro crescita ha superato la media regionale (+38%) secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Città Cashless di SumUp 2023.

Aumenti significativi si sono registrati anche nel resto della Lombardia: Brescia (+38,3%), Lodi (+37,2%), Como (+37,2%), Milano (+36,4%) e Lecco (+35,8%) corrono a un ritmo superiore alla media del Paese (+35,5%), a differenza di Cremona (+34,8%) e Monza (+30,7%). "Nel complesso, tutte le province della Lombardia stanno sperimentando una crescita significativa dei pagamenti senza contanti e questa uniformità suggerisce una crescente fiducia nell’utilizzo di tecnologie digitali per le transazioni quotidiane", è l’analisi di Vittorio Moretti, direttore commerciale di SumUp, azienda fintech che opera nel settore dei pagamenti digitali.

L’Osservatorio ha analizzato anche il valore medio dello scontrino saldato con carte di credito, bancomat o direttamente con lo smartphone. Il più basso nel 2023 è stato rilevato a Lodi: 31,7 euro, sei in meno della media. Gli importi più contenuti a livello regionale si riscontrano a Bergamo (36,3 euro), Milano (37,1), Pavia, (37,8) Cremona (37,9) e Sondrio (39,4). Como è invece la provincia con il valore medio più alto (45 euro): superano i 40 euro anche Lecco (40,5 euro), Monza (40,6), Varese (40,7), Brescia (40,8) e Mantova (41,8).

“Si tratta di dati che evidenziano una tendenza interessante – osserva Moretti –. Uno scontrino medio più basso e un calo percentuale dello scontrino medio “cashless“ sono segnali di una crescita promettente dei pagamenti digitali, in quanto indicano una maggiore propensione a utilizzare la carta anche per transazioni di importo ridotto".

Pagare senza banconote sta diventando un’abitudine anche per conti di pochi euro (13,4 la media nei bar). "Tra gli esercizi più presenti nella quotidianità dei consumatori accelerano soprattutto i negozi di cosmesi (+117,8%), fiorai (+108,2%), tabaccai (71,9%), bar (+53%), caffè e ristoranti (+41,5%), edicole (+37,8%) e alimentari (+34,2%) – spiega il direttore commerciale di SumUp –. La crescita più consistente di pagamenti con la carta ha riguardato però gli agenti immobiliari (+161,2% di transazioni), a dimostrazione che i professionisti e i loro clienti sono ormai a proprio agio nel richiedere pagamenti senza contanti. A seguire i titolari di negozi di antiquariato (+156%), gli avvocati (+153,2%), i negozi di arte e artigianato (+121,3%) e di arredo e design (+118,1%)".

L’altra faccia è, invece, rappresentata da "negozi di riparazione e servizi e dalle officine auto, i comparti più restii all’adozione del “cashless“", fa sapere Moretti. Nell’ultimo anno entrambi hanno registrato un calo delle transizioni senza contanti del 48,1% e del 52,4%. In contrasto con il trend regionale e nazionale anche i negozi di telefonia (-32%) e le farmacie (-13,8%).

"La transizione completa verso la “società cashless” richiederà ancora tempo, perché dipende da una serie di aspetti tecnologici, normativi e culturali. Certamente, ci sono alcuni fattori che stanno spingendo in questa direzione e stanno rendendo il contante più “costoso” rispetto al passato – dichiara il direttore commerciale di SumUp –. La progressiva desertificazione bancaria fa sì che, ormai, molti territori non siano più serviti da sportelli: per un esercente che ha bisogno di portare in banca l’incasso di fine giornata è sempre sempre più difficile e costoso, in termini di tempo e sicurezza, prelevare denaro contante o depositarlo. A questi “costi“, si aggiungono quelli legati alla necessità di mettere in sicurezza il punto vendita contro eventuali tentativi di furti. Inoltre, non offrire soluzioni di pagamento alternative ai contanti, soprattutto in un Paese a forte vocazione turistica e che attrae molti consumatori stranieri già abituati ai pagamenti digitali, significa perdere attrattività e competitività sul mercato. Il timore è di perdere fatturato".