
Un negozio di gastronomia (foto d’archivio)
Milano - Varese è la quarta città che ha perso più piccoli negozi negli ultimi dodici anni (-31,7%). Tra le prime venti in Italia si trovano anche Cremona, quattordicesima con un calo del 29,2%, e Sondrio, diciassettesima (-28,2%).
Dal dossier ‘Demografia d’impresa nelle città italiane’, realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, esce una Lombardia più povera di esercizi commerciali al dettaglio. Tra il 2012 e il 2024 la regione ha perso il 24% di attività con una sede fisica: dai negozi non specializzati agli alimentari, dai tabaccai alle farmacie fino alle rivendite di prodotti per uso domestico, a librerie e giocattoli, alle insegne di tecnologia. Bergamo, la città che sta meglio, è novantanovesima sulle 122 fotografate dall’indagine con una perdita del 19,7%. Brescia, ottantasettesima, presenta un saldo negativo del 21%. Sessantaseiesima è Busto Arsizio (-23%), quasi appaiata Monza (sessantaquattresima, -23,1%). Le altre si trovano tutte nella prima metà della graduatoria, segno che l’emorragia di vetrine accelera al nord: Pavia, ventiduesima, -27,2%; Como, venticinquesima, -27,1%; Lecco, ventinovesima, -26,6%; Lodi, trentaduesima, -26,3%; Mantova, trentaquattresima, -26%.
In base ai dati raccolti dalle città analizzate - escluse Milano, Napoli e Roma per le dimensioni e la presenza di più di un centro - a soffrire di più sono i centri storici con una perdita del 27,5% di negozi (-1.365), mentre al di fuori sono stati chiuse 1.042 attività (-21,2%). Più contenuta è la flessione di bar e ristoranti (-3,6% 215 unità) in dodici anni, maggiore nei centri storici. “C’è il rischio di una desertificazione commerciale– dichiara il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia, Carlo Massoletti –. Un trend che determina non solo un impoverimento economico e sociale, ma anche un abbassamento della qualità della vita delle nostre città, per la mancanza di socialità, presidio e sicurezza. È necessario invertire la rotta, partendo da un sostegno alla digitalizzazione delle imprese, intesa come strumento di promozione e di miglioramento dei processi. Riteniamo fondamentale il rilancio dei distretti del commercio e un’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse del fondo europeo di sviluppo regionale”.