
Mercato immobiliare
Nei primi tre mesi dell’anno i lombardi hanno chiesto il 16,7% in più di mutui. Un trend che porta la regione al secondo posto (dietro al Molise) per incremento di richieste rispetto allo stesso periodo del 2020. Dall’analisi delle richieste registrate sul sistema di informazioni creditizie di CRIF, a livello nazionale la crescita è stata del 9,6%. La Lombardia ha fatto meglio in quasi tutte le province, trainata dall’andamento record di Cremona che ha superato il +42% tra gennaio e marzo. A seguire Lodi (+29,6%) e Como (+21,1%). Monza e Lecco hanno superato entrambe di qualche decimale il 19%, mentre Milano ha fatto segnare un saldo positivo del 18,5%. Sotto la media nazionale si trovano solo tre province lombarde: Brescia (+8,4%), Varese (+5,4%) e Sondrio (+0,7%)
Dopo un inizio d’anno in scia con l’andamento negativo degli ultimi tre mesi del 2020, condizionato dalla terza ondata della pandemia da coronavirus, a marzo si è verificato un cambio di passo significativo, tanto che il primo trimestre è stato archiviato come il migliore degli ultimi nove anni per numero di richieste di mutui e surroghe in termini assoluti. Gennaio-marzo si caratterizza anche per un altro segnale incoraggiante per la ripresa dei consumi e dell’economia: l’importo medio richiesto di 136.656 euro è più alto del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. E anche in questo caso si tratta del valore più elevato dal 2013 a oggi. Le richieste per importi tra 100mila e 150mila euro rappresentano la soluzione preferita - circa il 30% del totale - un dato in linea con il primo trimestre dell’anno scorso.
Al secondo posto (25%) si conferma la classe di importo tra 150mila e 300mila euro. Qualche cambiamento, invece, rispetto al recente passato riguarda la durata del mutuo: la soluzione più gettonata è un finanziamento tra i 26 e i 30 anni, con il 26,4% del totale delle richieste, una percentuale salita del 3,9% rispetto allo stesso periodo del 2020. Una lieve contrazione (-2,8%) riguarda la durata tra i 16 e i 20 anni, il 24,2% del totale. Otto richieste su dieci prevedono complessivamente piani di rimborsi superiori ai 15 anni, a conferma della propensione delle famiglie a privilegiare soluzioni che pesino il meno possibile sul bilancio familiare.
«Malgrado la situazione di incertezza che ancora regna a causa dell’andamento dei contagi, nel mese di marzo c’è stato un ritorno significativo negli istituti di credito per finanziare l’investimento sulla casa e questo ha trascinato la performance complessiva dell’intero trimestre dopo una prolungata fase di debolezza – commenta Simone Capecchi, executive director di CRIF –. Se l’ultima rilevazione è sicuramente condizionata dal confronto con il mese di marzo 2020, caratterizzato dal lockdown totale, va però sottolineato come nel primo trimestre dell’anno le richieste di mutui e surroghe abbiano abbondantemente superato non solo i volumi pre-Covid, ma anche quelli degli otto anni precedenti. Per poter trarre una indicazione più precisa dell’andamento del mercato sarà però opportuno aspettare ancora qualche mese". A trainare la ripresa dei consumi sono stati soprattutto i giovani. L’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF evidenzia come nel primo trimestre dell’anno sia stata la fascia compresa tra i 35-44 anni quella che più ha chiesto mutui, il 33,5% del totale, seguita da quella tra i 25-34 anni, il 26,8%. In particolare, le richieste degli under 35 arrivano a incidere per il 29,3% sul totale.