ROBERTO CANALI
Economia

Salary guide 2025, solo l’8% dei dipendenti è felice: ecco perché

L’indagine svela anche un paradosso su un campione di mille intervistati tra aziende e colletti bianchi: l’81% degli imprenditori è pronto ad assumere, ma si scontra con l’aumento dei costi

Solo l'8% dei dipendenti è felice del proprio lavoro

Solo l'8% dei dipendenti è felice del proprio lavoro

Milano, 30 gennaio 2025 – La buona notizia è che gli imprenditori lombardi sono pronti ad assumere, quella negativa che molti lavoratori vorrebbero andarsene perché non si sentono adeguatamente valorizzati e retribuiti.

Riserva più di una sorpresa il rapporto Salary Guide 2025 redatto come ogni anno da Hays Italia per monitorare i trend del mercato del lavoro. L’indagine è stata condotta su un campione di circa mille intervistati tra colletti bianchi e aziende a livello nazionale, con un focus sulla Lombardia.

Per quanto riguarda la nostra regione l’81% degli imprenditori intervistati si è dichiarato pronto ad assumere nel 2025, ma resta alta la difficoltà a trovare o trattenere i talenti da parte delle aziende nonostante il 73% dei contratti messi sul piatto sia a tempo indeterminato. Note dolenti per le aziende sono l’aumento dei costi (27%), la difficoltà a mantenere il personale (17%) e la carenza di competenze (15%).

Note dolenti

Anche dal punto di vista dei dipendenti non sono sempre rose e fiori: il 33% degli impiegati e dei professionisti si dice insoddisfatto anche se il dato è migliore rispetto al resto d’Italia (dove la percentuale sale al 40%).

A fronte di un 8% che è assolutamente felice della propria situazione lavorativa c’è un 46% che prevede di lasciare la propria società per un’altra (42%) o per mettersi in proprio (4%), soprattutto per mancanza di opportunità future (48%), stipendio basso (36%) e ruolo poco stimolante (34%).

I più ambiti

Chi è pronto ad andarsene è attirato da una migliore retribuzione, ma guarda anche ad altro: il pacchetto benefit diventa in assoluto il più apprezzato, indicato da ben il 57% degli intervistati.

Seguono i ruoli e i progetti stimolanti (44%), un ambiente lavorativo adeguato (43%), lo smart working (41%) e la crescita professionale (38%). Le imprese lo sanno e si sono adeguate: il 61% del campione punta su migliori condizioni di vita per attrarre il personale. Sette professionisti su dieci hanno dichiarato di ricevere benefit che riguardano principalmente buoni pasto, lavoro flessibile, assicurazione sanitaria o copertura medica privata.

Ai primi posti ci sono lo smart working (per il 51%), l’auto aziendale (50%) e l’assicurazione sanitaria o copertura medica privata (38%). Discorso a parte quello della differenza di genere, che nonostante gli sforzi è ancora ben presente in Lombardia.

Differenza di genere

Un’indagine di Cisl Bergamo in base ai dati del Caf provinciale sulle dichiarazioni dei redditi del 2023 ha rivelato che le donne guadagnano in meno 10mila euro lordi l’anno rispetto agli uomini.

Per le donne il reddito medio è di poco più di 21.000 euro mentre per gli uomini di 31.200 euro. Per uomini e donne prevalgono coloro che percepiscono un reddito inferiore alla media, sebbene la percentuale sia più marcata per la componente maschile (62% contro il 53%).

Divario salariale

Le lavoratrici nate in Italia hanno una busta paga di 5.834 euro superiore alle colleghe nate all’estero che sono il 14% del totale. Nell’emisfero maschile, nel quale i lavoratori nati all’estero sono il 18%, questa differenza supera i 7000 euro.

Negli stipendi inferiori ai 10mila euro, troviamo il 14% delle donne e il 5 % degli uomini. Situazione capovolta sopra i 40mila: il 16% sono maschi e il 4% femmine.

“Il divario salariale rende più fragile la componente femminile della società non solo oggi, ma anche nel lungo periodo e tale aspetto non può che preoccupare - conclude Candida Sonzogni, segretaria provinciale di Cisl Bergamo -. Bisogna fare di più per attrarre le giovani generazioni di donne verso percorsi di studio Stem ed economico/scientifici in genere”.