"COSÌ LA GRANDE DISTRIBUZIONE PUNTA SULLA SOSTENIBILITÀ"

È UNO DEI PILASTRI dell’economia e vuole avere un ruolo da protagonista nella ripresa post-Covid del Paese partecipando in prima persona ai progetti di rilancio collegati al Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. A partire dal capitolo sostenibilità. Perché il mondo dei supermercati e dei centri commerciali non significa solo una grande rete di distribuzione del food e del non food, ma anche un attore significativo nello sviluppo dei processi di transizione energetica e di economia circolare.

"Le aziende della distribuzione sono centrali nel sistema economico italiano e intercettano i segnali del cambiamento sociale ed economico, sviluppando offerte e servizi che rispondono a bisogni sempre nuovi delle persone – esordisce Alberto Frausin (nella foto a destra), presidente di Federdistribuzione –. È grazie a questo ruolo, capillare sul territorio e a contatto con le comunità, che il sistema delle imprese del commercio moderno può far sì che le direttrici di sviluppo individuate dal Pnrr si tramutino in progetti concreti. Occorre dunque favorire le condizioni a sostegno di investimenti che possono contribuire alla ripartenza del Paese".

Una ripartenza che parte ovviamente anche dalla ripresa dei consumi?

"I primi sei mesi del 2021 hanno comportato un andamento altalenante: dopo un avvio in terreno positivo a gennaio e parte di febbraio, escludendo un guizzo in prossimità della Pasqua, nel secondo trimestre è iniziata una discesa delle vendite che ha portato il dato annuo ad attestarsi a un meno 0,1% (-0,4% senza discount). Rilanciare i consumi, tramite misure immediate e al contempo strutturali, vuol dire permettere al sistema del commercio di proseguire la sua naturale evoluzione e sbloccare gli importanti investimenti che il settore è in grado di generare, alimentando una nuova crescita economica e ridando smalto e competitività al Sistema Paese".

Una crescita che non può prescindere dall’attenzione ai temi della sostenibilità.

"Temi da sempre centrali per la filiera della distruzione da anni impegnata nell’implementazione di progetti collegati alla sostenibilità e che vede del Pnrr un’opportunità straordinaria per rafforzarli e ampliarli".

Progetti che riguardano?

"Innanzitutto la mobilità sostenibile. I punti vendita della distribuzione, dotati di infrastrutture come i parcheggi, possono contribuire fattivamente alla diffusione della mobilità elettrica, anche a uso privato. In questo senso siamo nella fase conclusiva per siglare accordi con partner di primo piano del settore energetico che prevedono l’installazione di torrette per la ricarica delle auto elettriche nei pressi dei punti vendita: un’operazione importante che si inserisce a pieno titolo nel percorso indicato dalla Commissione europea di abbandono definitivo delle auto a benzina e diesel entro il 2035".

Un altro capitolo riguarda l’energia green.

"Le aziende della distribuzione sono da tempo impegnate a migliorare l’efficienza energetica dei punti vendita. Già oggi il 10% circa dell’energia totale utilizzata dalle nostre aziende è autoprodotta con impianti fotovoltaici sui tetti di supermercati e centri commerciali e l’85% deriva da fonti rinnovabili. Facilitare gli investimenti di efficientamento dei punti vendita può contribuire a incrementarne l’autosufficienza da un punto di vista energetico".

Crescita significa anche innovazione?

"Ogni anno la distribuzione genera circa 10 miliardi di investimenti. Molti di essi sono indirizzati all’ammodernamento delle reti commerciali delle insegne che si rivolgono ai cittadini. Ogni punto vendita ristrutturato rappresenta un forte impulso sul territorio, genera un significativo indotto locale e costituisce un passo in avanti dal punto di vista dell’innovazione, dell’ammodernamento e della sostenibilità".

Che cosa significa economia circolare per il settore della distribuzione moderna?

"Sessanta milioni di persone entrano regolarmente nei punti vendita della distribuzione. È evidente il ruolo che le nostre aziende possono avere in progetti di educazione e coinvolgimento attivo dei consumatori nelle scelte di sostenibilità e in un’ottica di economia circolare. Ad esempio, abbiamo firmato un protocollo d’intesa con il Coripet per favorire la diffusione di eco-compattatori e implementare la raccolta di PET e dunque il riciclo secondo la logica bottle to bottle. A breve sigleremo nuovi protocolli per ridurre le emissioni legate alla movimentazione delle merci e incrementare la tracciabilità e il riciclo degli imballaggi e dei pallet, in un’ottica di sempre maggior circolarità nei processi aziendali. Infine, un altro fronte aperto riguarda l’utilizzo delle bioplastiche e la conseguente promozione dei principi della bioeconomia, con la corretta gestione dei materiali e prodotti a fine vita, come la raccolta dei piccoli elettrodomestici nelle aree dedicate".

Sostenibilità fa rima anche con rigenerazione urbana?

"Un tema che merita attenzione a livello normativo. Occorre prevedere un unico "pacchetto" di agevolazioni al fine di incentivare gli investimenti, l’occupazione e salvaguardare l’ambiente nell’ambito delle operazioni di riqualificazione delle aree dismesse e del recupero urbanistico".

Achille Perego