ALZI LA MANO chi considera il verde urbano come una questione estetica, al massimo etica in vista del ricongiungimento tra uomo e natura. Tutti noi, o quasi. Perché pochi sanno che la presenza adeguata di alberi ai lati di una strada abbassa di almeno 20°C la temperatura dell’asfalto delle strade e di almeno 5°C la temperatura dell’aria in città, riducendo quindi il consumo energetico per il condizionamento delle abitazioni in estate. Informazioni come queste sono alla base di una vera e propria cultura del verde, quella che intende promuovere un piccolo progetto-pilota che contiene un grande messaggio: il progetto nazionale ‘Verdecittà’ promosso dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e per l’Analisi dell’Economia Agraria.
La prima tappa dell’iniziativa si è svolta lo scorso fine settimana a Bologna, ma si tratta di un format itinerante che coinvolgerà anche Palermo (25-27 giugno), Roma (16-18 luglio), Torino (3-5 settembre) e Padova (17-19 settembre). Una serie di angoli di queste città, oggi dominati dall’asfalto e dal cemento, saranno trasformati da esperti agronomi in oasi green: vere e proprie installazioni, progettate e realizzate su misura per la città che le ospita, capaci di coniugare colori e profumi della natura con le ultime evidenze scientifiche che dimostrano come una scelta mirata delle piante più idonee in ogni contesto produca benefici molto rilevanti in termini di ambiente e di benessere psico-fisico. "Città più verdi, più belle, più intelligenti" è lo slogan del progetto secondo Carlo Gaudio, Presidente del Crea. L’idea di fondo – molto condivisibile – è che sia possibile oggi costruire una strategia di crescita delle città che tenga insieme ecologia, economia, innovazione. Lo spiega bene Gianpaolo Vallardi, presidente della Commissione Agricoltura del Senato, secondo cui "serve più verde nelle città e lungo le strade, perché dove c’è verde c’è vita e ci sono anche un ambiente qualitativamente migliore nonché maggior benessere. Quando una città è più verde cresce anche il tenore di vita".
Per comprendere l’importanza della quantità e qualità di verde nel contesto urbano basta analizzare qualche dato. A livello globale le città coprono soltanto il 3% della superficie terrestre, ma sono responsabili di oltre il 70% di tutte le emissioni di anidride carbonica – che derivano principalmente dal riscaldamento degli edifici e dai trasporti – e consumano ben il 78% dell’energia primaria mondiale. In Italia, su circa 60 milioni di abitanti, oltre 51 milioni vivono in centri urbani: il 20% della popolazione italiana è concentrato nelle 4 città più grandi. Moltiplicare il verde nei contesti urbani – pubblici o privati – è dunque fondamentale non solo per salvaguardare l’ambiente, ma soprattutto per aumentare la qualità e la velocità dello sviluppo nella direzione del Green New Deal e per rafforzare il benessere della comunità. Il verde urbano è in grado di contrastare l’inquinamento, gli effetti dei cambiamenti climatici e gli eventi metereologici estremi, rappresentando un filtro naturale contro agenti inquinanti e le polveri sottili. Si stima che un singolo albero di medie dimensioni – nel nostro clima e in un contesto urbano – assimili tra i 10 e i 20 kg di anidride carbonica l’anno, contribuendo a ridurre i consumi energetici per il condizionamento e il riscaldamento.
La presenza di verde urbano genera inoltre un incremento medio del valore degli immobili del 10-20%, rispetto a immobili analoghi in zone prive di verde. In sintesi, le città che nei prossimi anni riusciranno a rafforzare maggiormente il proprio “capitale verde” diventeranno probabilmente le regine dell’economia circolare, sviluppando una superiore capacità di attrazione di nuovi investimenti nell’economia green e nelle tecnologie che la supportano. Ecologia, economia, innovazione: è il triangolo magico dello sviluppo dell’era post-Covid. L’Italia ha tutte le potenzialità per farlo proprio.
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