LUCA BALZAROTTI
Economia

La geografia degli stipendi, differenze a tre cifre in pochi chilometri: Milano e Pavia distanti 8mila euro all’anno

Le differenze salariali in Lombardia fotografate dalla decima edizione dell’Osservatorio JobPricing. Retribuzioni lontane anche tra province confinanti. Lecco e Como le più penalizzate dalla scure “rincari”

La geografia degli stipendi mostra grandi differenze in Lombardia

La Lombardia si conferma la prima regione in Italia nella graduatoria delle retribuzioni medie erogate nel settore privato

Milano, 26 settembre 2024 –   Milano e Pavia sono lontane meno di un’ora. In questi 40 chilometri che le separano si concentra un divario retributivo di 8mila euro: 37.661 euro per capoluogo lombardo e provincia, 29.390 euro per una delle aree più agricole della regione. A misurare le differenze salariali è il nuovo Geography Index dell’Osservatorio JobPricing: la decima edizione dello studio che analizza la media degli stipendi annuali fotografa disparità retributive accentuate anche tra “campanili“ vicini. È il caso della Lombardia, che si conferma prima davanti a Lazio e Trentino Alto-Adige, con una media retibutiva di poco sopra ai 34mila euro (31.442 quella nazionale). Un risultato fortemente influenzato dalla leadership di Milano, che con 37.661 guida la classifica delle buste paga anche in Italia. A Varese, seconda in Lombardia e nona nella graduatoria nazionale, la retribuzione scende a 32.915 euro, un valore simile a quello di Monza e Brianza (32.844 euro, decima in Italia).

Milano e Monza confinano, ma sono separati da un divario di 5mila euro. Lo stesso accade tra Lecco e Sondrio, anche se con differenze meno profonde: 31.196 euro nel Lario, 29.717 euro in Valtellina. Lecco, tuttavia, detiene un primato negativo. È la provincia che perde più posizioni rispetto allo scorso anno, 6: era 23esima nella graduatoria nazionale del 2023, mentre ora si trova ai piedi della top 30. Anche Cremona scende (-4 posti) dal 24esimo al 28eismo posto con una retribuzione di 31.260 euro. Perdono due posizioni Como - 16esima con 32.056 euro - e Mantova, 51esima con stipendi medi annuali di 29.705 euro, il secondo valore più basso in Lombardia. Varese e Pavia scendono di un gradino. Sondrio, pur rimanendo nelle retrovie, è la provincia che migliora di più, dalla 56esima alla 49esima. Brescia e Bergamo recuperano cinque e quattro postazioni: Brescia è 14esima con 32.138 euro, Bergamo 17esima con 31.953 euro. Piccolo passo avanti anche per Lodi (+1), 25esima con 31.490 euro. “Non necessariamente poter contare su stipendi più alti significa essere più ricchi”, sottolinea Federico Ferri, senior partner di JobPricing. La conferma arriva dal Rapporto annuale dell’Inps: rispetto al 2019 si è registrato un aumento lordo dei salari del 6,8% a fronte di un aumento dei prezzi attorno al 15-17%.

“Se pensiamo che nel 2023 per un’inflazione media pari al 5,7% una famiglia ha speso mediamente 1.251 euro in più rispetto al 2022, ci rendiamo conto che avere 100 euro in più busta paga, quanto secondo i dati Inps corrisponde a un aumento della retribuzione imponibile lorda, sia del tutto insufficiente”, sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. In base ai dati Istat di agosto, Lecco è la città lombarda dove il rincaro annuo per famiglia si è fatto più sentire: 341 euro rispetto allo stesso mese del 2023. Precede Como (+335 euro) e Bergamo (+279) Pavia, ultima per retribuzioni, è anche la città con l’aumento del costo della vita più contenuto (+84 euro).