Una scelta ancora - relativamente - lontana nel tempo. Eppure il dibattito è già caldissimo, nel mondo della politica e in quello dell'economia, a partire dall'automotive. Il parlamento europeo ieri, martedì 14 febbraio, ha definitivamente dato il via libera alla messa al bando, a partire dal 2035, della vendita di nuovi veicoli leggeri a motore termico. Questo vuol dire che a partire da questa data dovremo rottamare tutti i nostri veicoli in nostro possesso alimentati a benzina o diesel? Vediamo cosa dice l'accordo votato a maggioranza dall'europarlamento (340 favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti).
Emissioni zero al 2035
Il testo prevede di ridurre del 100% le emissioni di auto e furgoni nuovi che emettono anidride carbonica (CO2) nel 2035. Questo vuol dire che i veicoli leggeri con motore a combustione, alimentati a benzina e diesel non potranno più essere immatricolati. All'interno di questa categoria sono previsti anche i mezzi utilizzati per trasporto commerciale con un peso lordo autorizzato non superiore a 3,5 tonnellate.
Tappe intermedie
L'europarlamento ha fissato anche alcuni obiettivi intermendi lungo la strada verso l'obiettivo finale. Per esempio si è deciso che entro il 2030 i costruttori dovranno ridurre del 55% le emissioni delle nuove auto immesse sul mercato e del 50% quelle dei nuovi veicoli commerciali.
Monitoraggio
Bruxelles presenterà entro il 2035 la documentazione per valutare e comunicare i dati sulle emissioni di Co2 durante tutto il ciclo di vita delle auto e dei furgoni venduti sul mercato continentale. Ogni due anni la Commissione europea pubblicherà una relazione per evidenziare i progressi compiuti nell'ambito della mobilità a zero emissioni. Nel 2026 sarà valutata anche la possibilità di mantenere motori ibridi o che utilizzano gli ecocarburanti (e-fuels).
La deroga
Un anno in più per riallinearsi alle nuove norme sarà garantito a settori altamente specializzati nel mondo dell'automotive. I produttori di nicchia (quelli che "sfornano" meno di 10mila auto l'anno, o meno di 22mila furgoni all'anno) potranno continuare a vendere i loro veicoli con i tradizionali motori termici fino al termine del 2035: avranno quindi un anno in più di tempo per adeguarsi. Un'eccezione cara all'Italia perché tutela le case delle auto di lusso della Motor Valley, come Ferrari, Maserati e Lamborghini. Per chi invece produce meno di mille veicoli l'anno è prevista un'esenzione totale dalle nuove disposizioni Ue.
E l'usato?
Siete in possesso di un auto o di un mezzo leggero alimentato in maniera tradizionale e pensate che possa "resistere" fino al 2035 e oltre? Oppure non volete rinunciare, nei prossimi anni, alla possibilità di comprare un veicolo benzina o diesel? Potete stare "tranquilli", pur tenendo conto che un ovvio contraccolpo ci dovrebbe essere fin da subito sul mercato. Il provvedimento votato a Strasburgo stabilisce che nel 2035 le auto alimentate in maniera tradizionale continueranno comunque a circolare: lo stop è rivolto alla vendita dei veicoli nuovi.
Incentivi
Il cosiddetto bonus Zlev per concedere obiettivi più bassi di riduzione delle emissioni alle case automobilistiche che producono auto a zero emissioni e ibride sarà adattato: ci sono diverse tappe a scalare dal 2025 al 2029, fino alla sua eliminazione nel 2030.
La situazione in Lombardia
Qual è la situazione del parco mezzi circolante nella nostra regione? Gli ultimi dati a disposizione risalgono a fine 2021 e vengono dall'annuario statistico Aci uscito nel 2022. Ebbene la nostra ragione, considerata una delle locomotive economiche europee, su questo fronte è ancora molto indietro. Le auto elettriche sono appena lo 0,4%. A fine 2021 su un totale di 6,9 milioni di veicoli in circolazione, erano alimentati "a corrente" solo 24mila.
Nello specifico i dati ci dicevano che in Lombardia il 54% delle auto era alimentata a benzina (quasi 10 punti percentuale sopra la media nazionale), il 34% vanno a gasolio (34%), mentre le ibride sono poco meno dell’11% e le elettriche, come anticipato, lo 0,4%. In compenso, negli ultimi anni si è assistito ad una riduzione della quota degli standard inferiori, ma soprattutto delle classi più inquinanti Euro 4, 3 e 2.
E le colonnine per la ricarica? Anche qui i dati sono in attesa di un necessario aggiornamento, dato il tempo passato dall'ultima analisi e dell'aumento del numero di stazioni installate. A fine 2021, però, il dato sulle colonnine - almeno per quanto riguarda la città di Milano, rifletteva la situazione del parco auto elettriche. Milano, con una popolazione (aggiornata al 2021) di 1.374.582 abitanti e con "soli" 717 punti di ricarica sul territorio, aveva allora un rapporto di 5,22 punti di ricarica ogni 10.000 abitanti.