REDAZIONE ECONOMIA

Il gender gap? Ce lo risolviamo da noi. Nelle aziende con Ceo donne le dirigenti sono molte di più

Uno studio pubblicato sul Journal of Business Research illustra che lì dove l’amministratore delegato è donna, ci sono più donne nei ruoli di top manager, sebbene non si possa dimostrare il nesso di causalità

Lo studio ha verificato che nelle aziende dove il Ceo è donna, ci sono più donne nei ruoli dirigenziali

Lo studio ha verificato che nelle aziende dove il Ceo è donna, ci sono più donne nei ruoli dirigenziali

Le aziende con amministratori delegati donne hanno più donne in ruoli di top manager rispetto a quelle guidate da uomini. A dirlo, dopo un’analisi del panorama delle imprese italiane, è un nuovo studio della svedese Stockholm School of Economics e della Libera Università di Bozen-Bolzano, dal titolo “Breaking the TMT glass ceiling: Myth or reality? Female CEOs, decision authority, and family firms”. Studio che apre a una scenario ottimista rispetto al gender gap che ancora è molto ampio nel nostro Paese: con l’aumento di Ceo donne, in un circolo virtuoso potrebbero aumentare le top manager e via così. 

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"Sebbene non possiamo dimostrare un nesso di causalità, i nostri risultati suggeriscono che le Ceo donne potrebbero essere più inclini dei loro colleghi uomini a coinvolgere altre donne in ruoli dirigenziali di alto livello", afferma l'autore dello studio, Marco Mismetti, professore associato presso la House of Innovation della Stockholm School of Economics. "Spiegazioni plausibili potrebbero essere che le persone tendono ad assumere altre persone simili a loro o che la presenza di dirigenti donne incoraggia altre donne a perseguire ruoli di leadership, ma sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere questi meccanismi".

La situazione delle donne manager in Italia

Secondo gli ultimi dati ufficiali Inps (2023) elaborati da Manageritalia, i dirigenti privati italiani sono aumentati del 2,6%. Un aumento, dopo quello del 3,8% del 2022, dovuto a un incremento del 5,1% delle donne e dell’1,9% degli uomini. Si conferma quindi la forte e nota rincorsa verso la parità delle donne dirigenti, cresciute del 101,5% dal 2008 al 2023 (-2,8% gli uomini e + 9,6% il totale dirigenti) e oggi pari al 21,9% del totale (21,4% nel 2022, 20,5% nel 2021 e 19,1% nel 2020).

Una crescita anche prospettica, visto il maggior peso che queste hanno nelle coorti di dirigenti più giovani (39% tra gli under 35 e 31% tra gli under 40), rispetto al totale (21,9%) e tra i quadri, e quindi del peso che assumono nel ricambio generazionale, che vede uscire soprattutto manager uomini in fasce d’età più elevate ed entrare più donne in quelle più giovani. Ma siamo, comunque, ancora ben lontani da una vera parità.

Cosa dice lo studio italo-svedese

I ricercatori hanno analizzato i dati di un sondaggio condotto tra gli amministratori delegati di 153 aziende italiane, di cui 17 guidate da una donna, riflettendo ampiamente l'attuale disparità di genere nelle aziende. I risultati hanno mostrato che la percentuale di donne nel top management team (TMT) era in media del 21% più alta nelle aziende con un amministratore delegato donna, secondo lo studio pubblicato sul Journal of Business Research.

I ricercatori sottolineano che lo studio non dimostra che le donne assumano più manager donne, ma solo che esiste un legame osservato tra avere un amministratore delegato donna e una maggiore percentuale di donne nel top management team.

Maggiore diversità di genere con maggiore potere decisionale

Per comprendere le condizioni che possono influenzare questa relazione, gli autori hanno esaminato una serie di variabili, tra cui l'autorità decisionale dell'amministratore delegato e l'appartenenza o meno dell'azienda alla famiglia.

Gli autori hanno scoperto che il consiglio di amministrazione deve delegare almeno il 58% delle decisioni strategiche all'amministratore delegato donna per avere un effetto positivo sulla quota di donne nel team dirigenziale. Al di sotto di tale soglia, l'associazione non era più statisticamente significativa. I ricercatori hanno valutato l'autorità decisionale chiedendo a chi in azienda vengono prese le decisioni strategiche chiave e calcolando poi la percentuale di tali decisioni che l'amministratore delegato controlla o può delegare.

Cosa succede nelle aziende familiari

I risultati evidenziano anche una sfida particolare per le imprese familiari, che costituivano 79 aziende nel campione e sono state definite come aziende in cui i parenti possedevano almeno il 50% del capitale. Nelle imprese familiari, la presenza di un Ceo donna non era correlata a una maggiore presenza femminile nel team dirigenziale, anche quando il Ceo aveva elevati livelli di autorità decisionale.

"Questi risultati suggeriscono che non è sufficiente che una donna ricopra il titolo di Ceo", afferma Paola Rovelli, professore associato presso la Facoltà di Economia e Management della Libera Università di Bolzano. "Ciò che fa davvero la differenza è se ha l'autorità di plasmare il team di top management e prendere decisioni strategiche. Le imprese familiari sembrano rappresentare una sfida particolare per le donne e potrebbero aver bisogno di supporto nel riconoscere l'influenza delle dinamiche familiari sulle nomine dei dirigenti".

Le aziende oggetto dell'indagine avevano almeno 20 dipendenti ed erano attive nel settore manifatturiero o dei servizi. Lo studio ha incluso solo aziende italiane, il che significa che i risultati potrebbero non essere applicabili ad aziende di altri paesi con culture diverse.