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Switch off digitale terrestre, come smaltire tv e decoder non adatti al nuovo standard

In Italia vengono dismessi fra i 15 e i 20 milioni di apparecchi

Switch-off: milioni di italiani alle prese con la sostituzione di tv e decoder

Con lo Switch-off e l'inizio della nuova era della tv digitale, che prende il via ufficialmente oggi e si completerà nel gennaio del 2023 con il definitivo passaggio allo standard Dvb-T2, molti italiani dovranno dire addio ai loro apparecchi, televisori e decoder, che non siano stati realizzati con la strumentazione adeguata per supportare le nuove modalità di trasmissione. Quanti dispositivi andranno (o sono già andati, per chi abbia già acquistato un nuovo strumento) in pensione? Si stima che possano essere fra i 15 e i 20 milioni, solo per quello che riguarda le prime case.

Obiettivo riutilizzo

Ci dobbiamo quindi attendere un'ondata di rifiuti speciali da smaltire? Dobbiamo preoccuparci per le ripercussioni sul fronte dell'impatto ambientale? A quanto sembra no, sempre che i consumatori siano attenti a utilizzare i metodi di smaltimento corretti della loro apparecchiatura dismessa. Gli impianti italiani, secondo quanto era già stato dichiarato nello scorso autunno al sito specializzato energologistic.it da Fabrizio Longoni, il direttore del Centro di coordinamento Raee, sono pronti per affrontare questi ultimi sedici mesi di transizione e hanno già avviato il procedimento di riutilizzo delle parti gettate ma ancora utili per la loro riemmissione nel ciclo produttivo. Si stima che a luglio del 2022, quando la rivoluzione della tv digitale sarà completata, verrà recuperato il 95% dei materiali scartati, con una limitazione al minimo del rifiuto "non virtuoso".

Come smaltire gli apparecchi dismessi

Decisivo, quindi, sarà il ruolo dei consumatori che abbiano dovuto dire addio ai loro vecchi televisori o decoder. Due i metodi a disposizione per uno smaltimento corretto. In primis, al momento dell'acquisto di un nuovo televisore o decoder, si può chiedere al rivenditore di ritirare la vecchia apparecchiatura, sia che l'acquisto avvenga in negozio sia sui siti internet che vendono questi dispositivi. Esiste, infatti, la cosiddetta regola dell'uno contro uno, secondo la quale i titolari di attività commerciali sono tenuti a ritirare gratuitamente il vecchio apparecchio, per poi portarlo in un centro autorizzato allo smaltimento o, comunque, avviare il processo per la corretta dismissione.

La seconda possibilità è portare il rifiuto elettronico nei centri di raccolta presenti nei vari Comuni italiani; riciclerie, piattaforme ecologiche e strutture simili, dove verrà correttamente differenziato. Successivamente i dipendenti dei centri di raccolta avvieranno gli scarti, tramite i produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, agli impianti di trattamento che si occuperanno di concludere il procedimento di smaltimento, con l'avvio del processo di reimpiego del materiale ancora utilizzabile, secondo i principi dell'economia circolare, e la definitiva dismissione delle materie prime inutilizzabili.