Milano, 26 giugno 2023 – Fuori dallo studio RLCD, in un palazzo signorile in via Pagano 65, nel centro di Milano, poco movimento sotto il sole di giugno. Il notaio Arrigo Roveda è uscito in mattinata, per impegni di lavoro. Impossibile sapere se siano legati o meno alla questione del testamento di Silvio Berlusconi, che l'ex premier avrebbe affidato al suo professionista di fiducia.
Gli eredi
L'apertura, attesa in questi giorni, è uno snodo fondamentale per il futuro della galassia di attività dopo la morte del fondatore, lo scorso 12 giugno, all'età di 86 anni. I cinque eredi (i figli Marina e Pier Silvio, nati dal suo primo matrimonio con Carla Dell’Oglio, e poi Barbara, Eleonora e Luigi, nati dalle seconde nozze con Veronica Lario) potrebbero riunirsi a breve, anche perché incombono una serie di appuntamenti societari, tra cui l'assemblea Fininvest in programma il 29 giugno.
Il patrimonio
L'opinione prevalente tra gli analisti di mercato è quella di un bilanciamento di interessi in grado di garantire la continuità del gruppo e di evitare liti in famiglia o stravolgimenti nella governance. Con un fatturato delle società controllate o fortemente partecipate superiore ai 5 miliardi e circa 20mila dipendenti totali, Fininvest è al centro dell'attenzione. E anche i sindacati attendono sviluppi. Il tema centrale della successione resta la divisione del 61% della holding di famiglia che era in diretto possesso di Silvio Berlusconi. Se la “legittima” di un terzo di questa quota venisse assegnata in parti uguali ai cinque figli, la maggioranza di Fininvest farebbe riferimento a Barbara, Eleonora e Luigi, avuti con Veronica Lario.
Se invece questa cruciale quota venisse indirizzata verso Marina e Pier Silvio, sarebbero loro ad avere il controllo della holding. La soluzione potrebbe essere in una via mediana, con assegnazione finale di quote pressoché identiche tra le due parti della famiglia, che comunque non hanno contrasti evidenti, ma con una formula di gestione che necessiterebbe di un consenso ampio per eventuali operazioni straordinarie. In tutto sul piatto c'è un valore superiore ai due miliardi tra società quotate, i grandi investimenti immobiliari, titoli, opere d'arte e liquidità.
La compagna
Tenendo in considerazione anche quanto e cosa spetterà alla compagna Marta Fascina, non è un passaggio semplicissimo, ma si punta che tutto sia chiaramente definito entro l'assemblea di Fininvest di fine giugno. È un testamento complesso anche perché le società sono molto diverse. Il cuore del gruppo è certamente Mediaset, ora con sede legale ma non fiscale in Olanda con il nome MediaforEurope-Mfe, che ha inglobato la controllata spagnola e detiene ricche partecipazioni, come quasi il 30% di Prosieben e il 40% di Ei Towers. Lo scorso anno, difficile per tutto il settore dei media, il gruppo televisivo ha comunque registrato un utile di oltre 200 milioni, con un piccolo dividendo. Ora, dopo la battaglia con Vivendi, è controllato da Fininvest in modo "blindato” con il 50% dei diritti di voto, mentre Mondadori è ancora più al sicuro con oltre la metà delle quote in cassaforte. Ma il vero “gioiellino” potrebbe essere la quota del 30% in Banca Mediolanum.