REDAZIONE ECONOMIA

TUTTI I SEGRETI DELL’ANALISI INTERMARKET DEI MERCATI

AL VIA la quarta settimana di YouFinance, il percorso di formazione finanziaria online pensato e organizzato da QN Economia & Lavoro e TraderLink. Un percorso che su www.youfinance.it, dove ci si può iscrivere gratuitamente, seguire tutti gli eventi e scaricare i materiali forniti dai relatori, si svolge per oltre due mesi con il tradizionale gran finale online il 25-26 e 27 maggio e onsite il 25 e 26 presso il GH Carlton di Bologna. La quarta settimana (vedi il calendario in queste pagine) comincia oggi con la pubblicazione della dispensa su "Analisi Intermarket dei mercati" curata da Eugenio Sartorelli. Laureato in Ingegneria Aeronautica al Politecnico di Milano e con un Master in Business Administration, dai primi anni ’90 Sartorelli si è dedicato allo studio dell’analisi tecnica, dell’analisi quantitativa e del money e risk management. Socio ordinario Siat di cui è membro del Comitato scientifico, ha iniziato a operare come trader sulle azioni agli inizi degli anni ’90 e in seguito si è dedicato a tutti i principali mercati (Indici, Azioni, Commodities, Forex, Obbligazioni) specializzandosi sull’utilizzo di futures e opzioni. Dal 2013 opera sul mercato delle Cryptovalute.

L’Analisi Intermarket, spiega Sartorelli introducendo la sua dispensa, è strettamente correlata ai cicli economici che sono legati ai comportamenti di massa. I cicli economici, che ora si misurano principalmente in base al Pil (il Prodotto interno lordo) da sempre prevedono lunghi periodi di crescita intervallati da momenti di pausa e di contrazione per poi ripartire. Un andamento per cui Sartorelli ricorda nella dispensa i cicli economici Usa dove prevalgono nettamente le fasi di espansione con un rapporto di 5 a 1 dopo il 1945. Per il trader eo l’investitore è importante collocare le principali asset class all’interno del ciclo economico. Queste asset class sono, per l’analisi Intermarket: obbligazioni, azioni e materie prime. È piuttosto naturale che l’esistenza di un ciclo economico si trasferisca sui vari mercati finanziari, non in modo uguale ma con modalità similari. E in generale – come è successo anche in questo anno di pandemia – gli indici azionari precedono quasi sempre il ciclo economico nel raggiungimento del minimo e del massimo. I rendimenti obbligazionari, invece, tendono ad essere bassi quando l’economia soffre con tassi zero o negativi come in questo periodo e a crescere – con l’aumento dei tassi – quando riparte l’economia e quindi anche l’inflazione. Rispetto al cui movimento sono più sensibili le obbligazioni a brevissimo termine, l’oro, petrolio e gas e il mercato immobiliare.

Quindi, per l’investitore, è importante sapere dove si trova il ciclo economico (recessione, fine decrescita, fase intermedia di ripresa, espansione economica, massima intensità dell’espansione e quindi rallentamento della crescita) e soprattutto dove si trovano le varie classi di investimento. Per ognuna di queste sei fasi, conclude Sartorelli, ci sono indici settoriali che hanno maggiori potenzialità di altri e all’interno di questi indici azioni, obbligazioni e materie prime allo stesso tempo da preferire proprio per la loro maggiore potenzialità.