
Alcuni degli interventi
Milano - Leggere l’elenco dei principali interventi è come ripercorrere l’album di famiglia di un’economia che non c’è più. Ex colossi del tessile, punte di diamante della chimica, della siderurgia e della chimica, marchi che vendevano lenzuola a re e regine o formaggini alle famiglie degli impiegati: tutto scomparso. Una fila di enormi capannoni vuoti, cadenti e da bonificare. Un resto di archeologia industriale, ricordi e veleni di cui per anni i Comuni non hanno saputo che fare. Su questo enorme patrimonio immobiliare c’è chi riesce a fare un business specialistico, facendo crescere il fatturato anche nell’anno nero del Covid. Officine Mak, nata nel 1956 come impresa meccanica, da quasi vent’anni si occupa di recupero di aree edificabili, ha chiuso il 2020 con un aumento di utili e fatturato. L’intero gruppo di aziende collegate, guidate da Daniele Consonni, ha superato i 35 milioni di euro, con una crescita del 5% sull’anno precedente e un utile che sfiora gli 1,7 milioni, con un +24% sul 2019.
L’azienda specializzata in rigenerazione urbana, ha al suo attivo il completamento della vendita delle palazzine realizzate sull’ex tessitura di lusso Frette a Concorezzo, in Brianza, e marcia spedita su una vasta serie di lavori importanti, con aree acquistate all’asta o da società immobiliari, già bonificate o in via di bonifica, dove le vecchie strutture, se non vincolate dalla Sovrintendenza, lasciano posto a palazzine commerciali e residenziali. In portafoglio c’è la ex Idalium di Vimodrone, nel Milanese, che vedrà la nascita di 140 nuovi appartamenti di alto livello; ma anche la più piccola area ex Core di Verano Brianza, di appena 4mila metri, che sarà riconvertita al commerciale. Grossi investimenti nell’Alto Milanese: a Busto, con l’ex Cerana, a Cerro Maggiore, sull’ex Fonderia Cerrese, e a Legnano, dove oltre all’acquisto e ai progetti per l’ex Giovanni Crespi, che produceva materie sintetiche per la pelletteria, è arrivata alla Officine Mak anche la vecchia Manifattura di Legnano, una grande fabbrica in mattoni rossi di 41mila metri quadrati, costruita nell’Ottocento e attiva fino al 2008, che occupa un pezzo del centro storico cittadino.
Sotto le cure di Mak è poi passata anche la ex Nokia di Cassina de’ Pecchi, insieme alla ex Galbani di Melzo e al Linificio della non distante Cassano. Nel 2020 è cresciuta anche l’occupazione, che fra addetti interni e indotto, è raddoppiata. "Il 2020 è stato per molti un anno drammatico, ma siamo riusciti a rimetterci in moto e a recuperare il terreno chiudendo l’anno in crescita con numeri straordinari – spiega l’ad Daniele Consonni –. Abbiamo in corso operazioni importanti e cresceremo ancora".