
Le vecchie lire
Roma, 1 febbraio 2021 - Duemila miliardi di vecchie lire, dunque un miliardo di euro, con una stima al ribasso, perché il tesoro nascosto delle vecchie banconote fuori corso è immenso e sparpagliato in tutto il mondo. La cifra indicata, quella certa, si riferisce alla causa in corso al Tribunale di Roma per cui è stata chiesta riconversione da lire in euro. In primo grado la risposta alle decine di famiglie e imprese italiane rappresentate dall'avvocato veneziano Luciano Faraon - c'è anche un istituto religioso - è stata negativa: il termine ultimo per cambiare le lire era il 28 febbraio 2012. Il ricorso poggia proprio sul fatto che l'Italia è stato l'unico paese dell'Unione Europea a stabilire una data perentoria per la conversione mentre negli altri Stati l'operazione è ancora possibile.
"Il trattato di Maastricht e ogni successivo accordo non indica alcun termine temporale nè quantitativo – sottolinea Faraon -. L'unico obbligo è la distruzione delle vecchie banconote". Cosa che in Italia, tuttavia, non sarebbe stata fatta quando, con il decreto Monti nel 2011, furono emessi 1,2 miliardi di euro a fronte dell’“espropriazione” di una presunta quantità di lire non convertite, senza dunque acquisizione fisica e distruzione delle banconote.
La cusa contro Bankitalia continua in Appello mentre la Lega annuncia un'interpellanza parlamentare per riaprire la finestra temporale per il cambio. In passato diverse forze politiche hanno promesso appoggio alla battaglia delle vecchie lire senza che si arrivasse mai a un nulla di fatto. Ma da dove arriva questa montagna di soldi del vecchio conio? Sono patrimoni portati all'estero e mai rientrati per le più svariate ragioni, dalle più cristalline alle meno trasparenti. Ma ci sono anche i "classici" casi di chi ha scoperto il tesoretto in casa dell'anziana zia scomparsa che magari l'aveva nascosto e poi dimenticato. In ogni caso, suggerisce l'avvocato Faraon, si potrebbe risolvere la questione con una multa per non aver rispettato il termine precedentemente fissato, generando nuova ricchezza e sanando una vecchia ingiustizia che penalizza gli italiani rispetto agli altri cittadini europei.