IVAN ALBARELLI
Editoriale e Commento
Editoriale

Il “benvenuto” di Milano

Il pronto soccorso di un ospedale per farsi medicare le ferite per i pugni e i calci presi. È stato questo il "benvenuto" che Milano ha dato a uno studente 19enne arrivato dalla Puglia per sostenere i test d'ammissione al Politecnico. L’aggressione, un grande "classico". Tre maghrebini che gravitano nella zona della Centrale hanno atteso il ragazzo in uno dei passaggi che portano al mezzanino della metropolitana per portargli via orecchino, orologio e zainetto. Il 19enne arrivato in treno di primo mattino da Bari doveva raggiungere la fermata di Piola. Possiamo immaginare lo choc suo e dei genitori. Il padre, per una fortunata coincidenza, era al telefono col figlio. Forse proprio per le classiche raccomandazioni: "Stai attento quando sei a Milano, in bocca al lupo per i test...".

Già, perché Milano nell'immaginario collettivo rimane il luogo delle tante opportunità ed eccellenze. A cominciare dalle università. Ma ormai anche la sua pericolosità, fatta di scippi, aggressioni e rapine proprio ai danni di turisti e visitatori sta diventando un biglietto da visita che non le fa onore, non si merita e che rischia di provocare danni d'immagine di lungo periodo. Chi ha infatti voglia di tornare in una città, o di promuoverla, dopo aver subito uno scippo, una violenza? Il futuro ingegnere ha deciso di sostenere lo stesso l'esame d'ammissione invece di tornarsene in tutta fretta a casa. L'attrazione esercitata da Milano è stata più forte. Io, al posto suo, sarei andato a studiare al Poli di Torino o a Padova. Gliene siamo grati. Scoprirà che questa città, per fortuna, è ben altro e non mancherà di accoglierlo come merita.