ARNALDO LIGUORI
Editoriale e Commento
Editoriale

Agosto da ladri

D’agosto a Milano si trova sempre parcheggio, il traffico è decimato e il condizionatore in ufficio pare un miracolo del cielo. Qualcuno dirà che è meglio il mare (e le autostrade affollate e le spiagge stracolme e la ressa ineluttabile e il conto salatissimo degli stabilimenti balneari). Certo, sarà pure meglio il mare, ma come non godere di quel malinconico e post-apocalittico silenzio che pervade le strade cittadine? Come non gettarsi nel piacere perverso di guidare liberi e solitari per quei viali solitamente strapieni di clacson esagitati e motorini frettolosi? Ci si potrebbe comporre una pastorale, a Milano d’agosto. Oppure, più verosimilmente, una di quelle ballate seicentesche narranti le gesta di ladri e briganti. Perché se c’è un’attività che nell’estate vede la sua stagione più prospera è proprio quella dei furti. Tra chi ruba nelle case dei milanesi in vacanza e chi alleggerisce le tasche dei turisti, ce n’è per tutti, benché non tutti la facciano franca: le forze dell’ordine procedono a un ritmo di un arresto ogni due ore. Alla fine, viene da domandarsi: ma i malviventi non potrebbero andarsene al mare?