ANDREA MORLEO
Editoriale e Commento
Editoriale

Sua altezza l’arbitro

Per arrivare ad essere un arbitro di calcio top si deve possedere un cocktail di doti non banali. Per cominciare, serve un’attenzione maniacale anche ai minimi dettagli oltre alla capacità di prendere decisioni importanti in pochissimi istanti. E non è cosa da tutti. 

Un buon arbitro non deve farsi condizionare dall’ambiente esterno (stadio e tifosi), deve essere autorevole ma non autoritario, oltre a possedere una buona empatia per gestire i giocatori in campo. Non ultimo, serve una buona preparazione fisica per essere sempre nel vivo dell’azione. 

Questo fino a ieri. Da oggi chi aspira a seguire le ombre del polacco Marciniak, ritenuto al momento il miglior direttore di gara al mondo, deve sapere che non potrà essere basso. O almeno così sembra raccontarci la storia di Francesco Gnisci, il giovane arbitro della sezione di Voghera che ha abbandonato la carriera dopo essere stato discriminato per la sua statura da un osservatore della Figc.

Se nei regolamenti federali fosse stata introdotta un’altezza minima per arbitrare, proprio come accade ad esempio per chi punta alla carriera di corazziere del Quirinale, sarebbe una novità. Diversamente, a quell’osservatore della Figc andrebbe ricordato che essere all’altezza non dipende dall’altezza.