Un adulto normale, con un lavoro normale, uno stipendio normale, se cerca casa a Milano ha due strade davanti: accontentarsi dell’imprendibile (loculi mascherati da monolocali, appartamenti malmessi) oppure dedicare tutto lo stipendio ad assicurarsi un tetto semidecente sulla testa, togliendosi non solo vizi e sfizi, ma anche limando l’essenziale e affidandosi alla buona sorte affinché non capiti un’emergenza.
Si dirà, non è mica obbligatorio vivere a Milano. Vero ma ci sono due “ma”. Il primo, più di cronaca, è che nella prima cintura intorno alla metropoli i prezzi sono allineati a quelli milanesi. Il secondo, più filosofico e di prospettiva, è: ma se noi “normali” lasciamo questa città, se un operaio con il suo stipendio può permettersi venti metri quadrati, cioè un posto auto, chi resta? Per chi è Milano? Se lo sono chiesti alcuni ricercatori del Politecnico riuniti nell’Osservatorio sulla casa abbordabile, “affordable”. La risposta potrebbe non piacerci.