"Non aprite quella porta". Il film horror cult americano, che guarda caso festeggia quest'anno 50 anni, racconta la fine orribile che farà un gruppo di ragazzi dopo essere caduti nelle grinfie di una famiglia di cannibali in Texas. "Non aprite quella porta" è il cartello attaccato appunto a una porta - di servizio, quindi inaccessibile grazie a Dio agli utenti ma non al personale di Atm. Dopo averla aperta, non c'è Leatherface con una motosega in mano ma si rischia di precipitare nello strapiombo di un vano stretto e sviluppato in altezza, simile a quelli destinati a ospitare un ascensore. Una "piccola" dimenticanza.
Siamo alla stazione Sant’Ambrogio della M4, appena aperta nel suo tratto finale. A 48 ore di distanza dall'inaugurazione, la lista di sbadataggini fantozziane sarebbe quasi divertente se non assumesse, come in questo caso, contorni pericolosi e inquietanti. Al punto da far apparire inutilmente sopra le righe la festa di sabato. Il guasto di domenica al sistema informatico che ha bloccato i treni. Scale mobili non funzionanti - la denuncia è dei sindacati - e ascensori che si bloccano con i passeggeri dentro. La sistemazione delle strade in superficie in alto mare coi residenti delle vie interessate infuriati. C'era quindi davvero questo impellente bisogno d'inaugurarla a metà ottobre, quando si erano già accumulati nove anni di ritardi e allora tanto valeva fare cifra tonda? Quando si dice che la fretta è cattiva consigliera...