Valentina Bertuccio D’Angelo
Editoriale e Commento

Chiara Ferragni e la regola del Fight Club

Il Garante della Concorrenza mette nel mirino le sue società. Ma l’imprenditrice digitale fa come sempre: finta di nulla

Mentre al cinema esce un film, il nuovo di Greta Gerwig, che racconta di una Barbie alle prese con i problemi del mondo reale, ben diverso dal rosa e zuccheroso Barbie Land, anche Chiara Ferragni si trova costretta a fare i conti con questioni serieNon si tratta dei suoi look discutibili (che pure meriterebbero una chiamata alla polizia della moda) o di nuove presunte crisi coniugali con Fedez. Le sue società sono sotto la lente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per la vicenda Balocco: la vendita di pandori brandizzati Ferragni legata in modo poco chiaro a una iniziativa benefica a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino.

Una vicenda di cui si parla da mesi ma su cui l’imprenditrice digitale non ha mai speso una parola. Ignorare, ignorare sempre. Volare alta e leggera sulle cose è fin dall’inizio la sua cifra stilistica. Chi ha guardato le serie The Ferragnez si è accorto che Chiara Ferragni, pur dovendo affrontare problemi anche gravi come la malattia del marito, riesce – buon per lei – a vivere in un mondo rosa, zuccherato, perfetto e "suuuper cuuute” dove non è ammesso mostrare crepe. Dove il pianto a favor di telefonino è concesso ma solo se porta engagement. Dove la prima regola del Fight Club è non parlare (delle grane) del Fight Club.