ANDREA MORLEO
Editoriale e Commento

Gli ultrà della tastiera

Gli insulti e le minacce al consigliere comunale Monguzzi sul vincolo di San Siro conferma che c’è chi vive la vita come fosse il prolungamento della “Curva”

Non basta avere qualche tatuaggio ben visibile sui muscoli palestrati e l’aria truce per permettersi di intimidire chi non la pensa come te. Nemmeno al pc. Forse non l’hanno capito ancora certi “ultrà”, che si comportano come se la vita fosse il prolungamento della “Curva”.

Carlo Monguzzi in queste ore è stato oggetto di minacce e insulti sui social per la sua battaglia contro l’abbattimento dello stadio San Siro a Milano. Il capogruppo in consiglio comunale di Europa Verde ha postato sul suo profilo alcuni messaggi ricevuti, tra cui “Guardati le spalle quando giri per Milano, quando meno te lo aspetti finisci molto male”. 

Stesso trattamento riservato a Federico Dimarco con annesso messaggio intimidatorio affidato, questa volta, a uno striscione - “Dimarco pensa a giocare... o la lingua te la facciamo ingoiare” - appeso sotto casa del difensore dell’Inter finito nel mirino per alcuni cori al termine della vittoria di Champions.

“Non mi faccio assolutamente intimidire e non arretro di un millimetro quando sono convinto di sostenere cose giuste”, risponde intanto Monguzzi che è solo una delle tante vittime di questi “lanzichenecchi” dell’era moderna, capaci di fare la voce grossa solo in gruppo o ben nascosti dietro una tastiera. Il consiglio è sempre lo stesso che dava Dante: “Non ti curar di loro, ma guarda e passa”.