
Giancarlo Ricci
Devo ammetterlo. Ho provato una certa tensione giovedì sera quando il rover americano Perseverance è riuscito ad arrivare, incolume, su Marte.
Ero teso perché, informandomi, ho scoperto che non era così scontato che la navicella riuscisse ad ammartare (per chi non lo sapesse significa posarsi su Marte). Pare infatti che solo il 42% delle missioni su Marte, fino ad ora ha avuto successo. Il restante 58% si è schiantato miseramente sul Pianeta Rosso dopo viaggi durati 7 mesi e lunghi la bellezza di 470 milioni di km.
La scommessa, per queste missioni, è riuscire a sopravvivere agli ultimi 7 minuti, la parte finale del viaggio, la più delicata. 420 secondi durante i quali vengono messi a rischio 7 anni di preparazione della missione. Riflettendo su questo mi è venuta in mente l'importanza del tempo e soprattutto quante volte al tempo non dedichiamo la dovuta attenzione.
Il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo, si dice spesso. Ma siamo sicuri di ricordarci in ogni istante, in ogni scelta che facciamo, che il nostro tempo è limitato ed è di massima importanza come scegliamo di investirlo? Dubito. Dubito perché io stesso non faccio quasi mai questo tipo di ragionamenti. Eppure dovremmo essere ben coscienti che una volta spesa la moneta tempo,non avremo più modo di recuperarla. E come sceglieremo di spenderla farà la differenza nella nostra vita.
Gli stupidi spendono il proprio tempo nell’inerzia, sperando che qualche evento esterno possa cambiare la loro vita. Gli audaci, invece, investono il proprio tempo per scalare la montagna della propria realizzazione. C’è chi il tempo lo investe e c’è chi lo spende senza nessuna possibilità di ricavarne qualcosa.
E allora, ogni tanto, proviamo a ricordarci degli scienziati della Nasa che hanno partecipato alla missione Perseverance e all'enorme valore che devono aver dato a quei fatidici 7 minuti. Riflettiamoci e proviamo a rivalutare il nostro personale concetto di tempo come se fossimo uno di quegli scienziati durante quei 7 minuti. Qui mi fermo. Non voglio rubarvi altro tempo.
giancarlo.ricci@ilgiorno.net