A raccontarla sembra una delle pene del contrappasso di dantesca memoria. Se non fosse che le vittime sono del tutto incolpevoli, non avendo alcunché da farsi perdonare. Parliamo dei clienti della lavanderia chiusa ormai da quattro mesi, da un titolare trasformatosi in fantasma. Abiti e accessori sono a un passo, dietro quella saracinesca abbassata in seguito a un presunto “ricovero ospedaliero urgente” (si spera non a mollo in bacinelle o lavatrici), ma loro non possono riprenderli, per riportarli a casa e tornare a indossarli. La speranza è che il proprietario del negozio torni a farsi vivo. Possibilmente prima di eventuali cambi di taglia.
Editoriale e CommentoLavarsene le mani