Tempo di scelte difficili per migliaia di famiglie milanesi, anzi per decine di migliaia di figli, ché la scelta della scuola superiore è solo loro. In un futuro lontano sarà forse un'AI ben istruita con voti, pareri e geo-localizzazioni a darci il suggerimento giusto, in uno più prossimo non sarebbe male se la decisione venisse posticipata di un biennio, visto e considerato che l'ingresso e l'uscita dal mondo del lavoro sono ormai dilatati nel tempo. Ma tant'è, tocca scegliere. E in soccorso arrivano gli open days, giornate aperte in cui licei e istituti mostrano il meglio di sé: a scoprire il peggio ci penseranno i ragazzi negli anni.
A dire il vero, da genitore interessato, in questi incontri ho avuto occasione di conoscere professori appassionati, studenti ben più convincenti dei loro look e programmi di studio intriganti, sfatando così luoghi comuni su scuola pubblica e privata. Il problema è che, tra indirizzi, rafforzamenti e attività extra, l'offerta formativa sulla carta è così vasta da disorientare più che orientare. Certo, meglio che scegliere alla cieca ma è un po' come sedersi al ristorante, leggere un menu di piatti accattivanti e non saper alla fine quale ordinare.