Un’altra libreria “svaligiata”. La cultura a mano disarmata. Stavolta è toccato alla “Punta alla Luna" di corso Lodi a Milano specializzata in letteratura per ragazzi. Una donna, anzi, una benefattrice è entrata e ha comprato tutti i libri esposti in vetrina, 155 per l’esattezza, per donarli alle scuole. Era già successo alla Antigone in Porta Venezia e alla storica Hoepli. “Rapine” che per una volta non preoccupano, anzi fanno bene a una città – che come si dice è specchio dell’Italia – dove i libri, strani oggetti con delle pagine piene di parole e ogni tanto anche di foto e immagini, sembrano destinati all’estinzione. È sufficiente salire su un mezzo pubblico per accorgersi di come quasi tutti, senza differenze d’età, abbiano fra le mani l’onnipresente telefonino, lo sguardo incollato sullo schermo.
E se non bastasse questa percezione, ci sono le statistiche europee di Eurostat che collocano l’Italia in fondo alla classifica per numero medio di libri letti in un anno. Il 65% degli italiani sopra i 16 anni non ne ha nemmeno letto uno nel corso del 2022. Peggio di noi solo Romania, Cipro e Turchia. Questo mentre psicologi dell’età evolutiva e medici suonano il campanello d’allarme sui rischi che corrono i bambini, ormai anche sotto i dieci anni, smart-phone dipendenti. Problemi che vanno dall’ansia, alla depressione, all’isolamento sociale. Sarà banale dirlo, ma la speranza che il piacere della lettura non finisca relegato nei libri di storia, o ritratto in qualche vecchio dipinto a olio chiuso in un museo, è tutta in mano alle nuove generazioni. E allora ben vengano svaligiatori e svaligiatrici di librerie.