Patentino per il padrone, “test attitudinale dell’animale” e “'save list” delle razze potenzialmente più pericolose. La proposta lombarda è un primo passo per la salvaguardia di tutti noi e per il benessere dei cani che sostanzialmente ricalca la normativa cittadina in vigore dal 2020 a Milano.
Evitando infinite disquisizioni sulle razze da bollino rosso, è evidente che chi possiede certi tipi di cane deve essere capace a gestirlo e soprattutto ad educarlo. Un “cattivo” cane però è (quasi) sempre il risultato di un pessimo padrone, quindi ben venga il patentino.
Rimane però un problema: la razza è stabilita (riportata nel microchip e nell’anagrafe degli animali d’affezione) dal pedigree mentre in quasi tutti gli altri casi il cane è definito meticcio. E non importa se sia, ad esempio, un incrocio tra un dogo e un corso, tra un pastore maremmano abruzzese e uno dell’Anatolia o tra un maltese e un chihuahua: sempre meticcio è indipendentemente dalla "famiglia" canina di appartenenza
Immaginate che il pastore gigante o il molossoide siano nelle mani di un uomo che ami considerarlo una sorta di “arma da guerra” crescendolo coltivandone la parte aggressiva o che banalmente il padrone sia culturalmente incapace a crescere un cane simile modellandone abitudini e comportamenti. Allo stato non gli sarà richiesto nessun patentino.
Della serie: incroci e padroni pericolosi sono una razza a parte.