VALENTINA BERTUCCIO D’ANGELO
Editoriale e Commento

Mangiare insieme, atto d’amore

L’invito di Delpini per questo giorno di Pasqua: ritrovare la bellezza del pasto condiviso con chi amiamo

Elsa Morante diceva che la frase d’amore, l’unica, è “hai mangiato?”. Il cibo, da sempre, non è solo necessario sostentamento fisico. È cura, per se stessi e per gli altri. Allo stesso modo, il momento del pasto è molto più di un semplice atto nutrizionale. Giovedì sera nell’omelia della Messa Cena Domini in Duomo, che ha dato inizio al triduo pasquale, l’arcivescovo Mario Delpini è stato molto esplicito sull’importanza del mangiare insieme, del pasto non come azione necessaria biologicamente, ma fondamentale spiritualmente e socialmente. 

"Se esploriamo le ragioni per cui si è sbiadito il segno del mettersi a tavola si possono talora riconoscere i sintomi di un malessere, lo smarrimento di una appartenenza. Ci sono famiglie che hanno interrotto la consuetudine di condividere il pranzo di Pasqua o di Natale perché i rapporti si sono incrinati”. Ci sono anche famiglie che si mettono a tavola insieme ma riescono, ciascuno per proprio conto, a essere soli. Chi guarda il telefono, chi pretende il silenzio dei figli per ascoltare il telegiornale. E poi, il peggio del peggio: bambini di pochi anni imbambolati davanti ai video che scorrono sui cellulari, affinché non diano fastidio, privati del piacere (o della noia, comunque di un’emozione) di condividere un momento di convivialità.

Oggi si celebra la Pasqua, Gesù scelse di avere i suoi discepoli attorno a sé a tavola per lanciare il messaggio che ha cambiato la storia dell’umanità. Ciascuno di noi, nel nostro piccolissimo, può sedersi a tavola per cambiare la storia della propria famiglia.