IVAN ALBARELLI
Editoriale e Commento

Morire di lavoro a Natale

A Milano la piaga degli infortuni non molla la presa nemmeno la sera del 24 dicembre

In quel capolavoro del regista britannico Ken Loach che è "Il pane e le rose" ("Bread and roses" del 2000) si racconta e si denuncia la condizione lavorativa di chi è impiegato nel settore delle pulizie fra precarietà, bassi salari e tanta, tanta fatica. Operai di bassa manovalanza, come si dice con un termine dispregiativo. Immigrati perlopiù, che puliscono uffici lasciati vuoti da manager e impiegati all'alba o di notte. E che quando per caso li incrociano, i manager e gli impiegati, sono talmente ignorati (umiliati) da risultare "invisibili", indegni di un saluto, trasparenti come i vetri dei grattacieli dove entrano per passare aspirapolveri e pulire scrivanie.

Invisibili come lo sono spazzini e operatori ecologici che puliscono le nostre città, svuotano cestini, raccolgono i sacchi della spazzatura spesso nell’indifferenza generale. Invisibile come forse era anche Maurizio Mazzeo, 52 anni, morto ieri sera in una remota e periferica strada di Milano dove non passa quasi mai nessuno. Chissà, magari era a fine turno e voleva andarsene a casa per il cenone o semplicemente per buttarsi sul divano. Non c'è mai arrivato. Perché a Milano si può morire di lavoro anche alla vigilia di Natale.