VALENTINA BERTUCCIO D’ANGELO
Editoriale e Commento

Poetica Milano, nonostante tutto

Versi urbani e anonimi, sui muri di periferia, per riconciliarsi con una città a volte difficile da amare

Piove da circa tre anni; è un venerdì di sciopero, i mezzi pubblici sono fermi e le auto impazzite; baristi esasperati uccidono ladri sbandati; i social esultano, ben gli sta; nuovi vip timbrano il cartellino della polemica contro Milano città pericolosa. Certi giorni amare Milano è proprio difficile. Ma poi in un’oscura via di Gorla, tra capannoni e condomini ancora bassi, su un muro spunta un dettaglio che svolta la giornata: tre o quattro fogli, appiccicati con la colla, zuppi di pioggia e fitti di versi. Poesie urbane, anonime, che riconciliano con questa città. C’è del bello a Milano, anche sui muri amati dai cani: “Non sono una che parla, ballo al ritmo dei tuoi silenzi, mi ubriaco di lenti, ma vomito casse di vino da due soldi tra sogni proibiti e sguardi sgomenti...”.