La Prima della Scala di Milano presta un’altra volta il fianco alla lotta politica. Non solo fuori dal teatro, dove quest’anno i consueti manifestanti hanno sfoggiato, oltre alle bandiere rosse, i colori ucraini e palestinesi. Ma pure dentro la sala. Prima ancora che il sipario si aprisse sul palco dove agli ideali liberali del Marchese di Posa si oppone un riluttante sovrano assolutista come Filippo II, dal loggione è salito il grido: “Viva l’Italia antifascista”. Son bastate tre parole ad occupare i titoli dei quotidiani e a suscitare uno scalpore che la dice lunga sullo spirito dei tempi che corrono. Come pure è significativo il fatto che lo spettatore che l’ha pronunciata – un giornalista – è stato poi identificato dalla Digos. Insomma, sulle scene e fuori da esse, si assiste comunque a un’opera politica.
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