Si fa (ancora) un gran parlare di San Siro, di ipotesi e soluzioni per salvarlo e continuare a sfruttarlo. Una strada per certi versi obbligata, dopo che la Soprintendenza ha calato il macigno del vincolo per cui non è possibile abbatterlo. Al di là delle ragioni storiche e culturali, oltre che a quelle del cuore, nelle scelte strategiche della cosa pubblica sarebbe bene ascoltare anche quelle della ragione e del pragmatismo. A Milano persino il restauro di Palazzo Marino, sede comunale, necessita di uno sponsor privato. E lo stesso era accaduto una decina d’anni fa con un altro luogo simbolo della città, la Galleria Vittorio Emanuele II. Lasciamo in piedi e sistemiamo uno stadio costruito nel 1926: bene, a che prezzo da qui ai prossimi cent’anni?
Editoriale e CommentoSan Siro è un vicolo cieco