VALENTINA BERTUCCIO D’ANGELO
Editoriale e Commento

Il posto fisso in discussione

Per la seconda volta in vent'anni i dipendenti del Comune di Milano indicono un maxi-sciopero

“Io da grande voglio fare il posto fisso”, diceva un baby Checco Zalone nel film Quo Vado?, descrivendo come l’Eden in terra la carriera del dipendente pubblico: fatica ridotta ai minimi termini, preoccupazioni pressoché azzerate, telefonate a scrocco (pure quelle intercontinentali), regali e omaggi. Ma quei tempi d’oro per chi voleva scansare le fatiche, se mai ci sono stati, sono andati. Dimenticati. E questo vale ancora più al Comune di Milano, che è il principale datore di lavoro della città. Qui i dipendenti sono in procinto di incrociare le braccia per la seconda volta negli ultimi vent’anni, in vista della giornata di "sciopero d’area" proclamata dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp, UilFpl, Csa e dalla Rsu per il 19 luglio. Si tratta dell’ultimo atto di una lunga vertenza nel lavoro pubblico. Ma è anche una rappresentazione plastica di ciò che già lo stesso Checco Zalone aveva capito: forse il posto fisso non è più così sacro.