ANDREA MORLEO
Editoriale e Commento
Editoriale

Il derby Senna-Navigli

Il secolare derby tra noi italiani e i francesi, stavolta, si sposta dalle terre alle acque. Nelle onde della Senna prolifera l'Escherichia coli, presenza che ha scatenato le proteste degli atleti olimpionici costretti a nuotare nelle acque inquinate (ma dai, che sorpresa!) del fiume.

Viene da chiedersi: possibile che agli organizzatori di Parigi 2024 non sia venuto in mente che far gareggiare gli atleti in un fiume quotidianamente attraversato da decine di bateau-mouche e usato per secoli come fogna a cielo aperto, potesse essere una pessima idea?

Questa clamorosa défaillance ha scatenato un’ondata di sfottò antifrancesi sui social, tra un Macron immortalato mentre stringe la mano a una pantegana e i soliti riferimenti ai cugini che ignorano l’uso del bidet.

Ma alla fine, meglio la Senna o i Navigli? A sollevare la questione con un video su Instagram è stato Simone Lunghi, che da anni si dedica a mantenere puliti i canali milanesi, pescando di tutto: dalle biciclette agli smartphone.

“L’angelo dei Navigli” si batte da tempo perché la Darsena e i Navigli tornino balneabili. E qualcuno il tuffo lo fa già. Per chi, invece, preferisce evitare il rischio di un'infezione da Escherichia coli ma non vuole rinunciare a un bagno “meneghino”, c’è sempre Milano Marittima. Questo angolo di litorale adriatico, creato ad hoc dai facoltosi imprenditori milanesi, già all'inizio del secolo scorso offriva un’alternativa alle acque cittadine, poco invitanti allora come oggi. E i francesi? Beh, loro s’incazzano...