SANDRO NERI
Editoriale e Commento

Lo scoglio delle tasse

Si chiude una settimana caldissima

Milano, 23 giugno 2019 - Si chiude una settimana caldissima sul fronte delle tasse. In modo particolare per quelli che le pagano puntualmente, ma anche per coloro che hanno il potere di decidere chi, quanto e come deve pagare. Lunedì scorso gli italiani sono stati chiamati a versare all’erario 32,6 miliardi di euro nel cosiddetto primo tax day dell’anno. L’ennesima conferma di una situazione da tempo denunciata come insostenibile da contribuenti, imprese, sindacati, associazioni di categoria e politici, ma ben lungi dall’essere risolta. La pressione fiscale italiana è tra le più elevate d’Europa, a fronte di servizi non sempre all’altezza e di un meccanismo particolarmente complesso. Tanto da mettere in difficoltà serie persino gli esperti tributari, i commercialisti e i centri di assistenza fiscale. D’altra parte Matteo Salvini è stato molto chiaro: occorre uno choc salutare per la nostra economia, che secondo lui può arrivare solo con la flat tax. Una misura che muove proprio verso la riduzione delle tasse per tutti e la razionalizzazione del sistema.

L'obiettivo generale è di sostituire l’attuale sistema di tassazione Irpef per aliquote e scaglioni con una tassa piatta uguale per tutti. Un vecchio pallino del primo governo Berlusconi del 1994 e oggi fatto proprio dal Carroccio. La decisione della Commissione europea riguardo alla procedura d’infrazione per debito eccessivo inciderà inevitabilmente sulla realizzazione della flat tax, che richiede ingenti risorse. Pende inoltre la spada di Damocle dell’aumento dell’Iva secondo le clausole di salvaguardia inserite nella legge di bilancio e che, se attuato, minerebbe ancora di più ogni velleità di abbassamento del gravame fiscale. Con la flat tax le imposte sui redditi verrebbero pagate da tutti in misura fissa: il prelievo fiscale sul reddito da lavoro dipendente, pensione e d’impresa verrebbe uniformato. L’attuale proposta è di introdurre un’aliquota fissa del 15%, mentre la proposta del centrodestra è quella di una tassazione con aliquota unica al 23%. Il progetto della flat tax verrebbe realizzato gradualmente, in base alle risorse disponibili. A beneficiarne già dal 2020 potrebbero essere soltanto le famiglie con redditi non superiori a 50.000 euro. La progressività prevista nella Costituzione sarebbe garantita da un rinnovato sistema di deduzioni e da una no tax area per i redditi minimi. Il mondo delle imprese si è già dichiarato assai favorevole all’introduzione di questa misura, per altro gradita anche alla gran parte degli italiani. Purché a pagare le tasse siano davvero tutti, visto che al momento il nostro è il secondo Paese al mondo dopo la Grecia per la percentuale di sommerso, e tra i più penalizzati dal peso fiscale.