SANDRO NERI
Editoriale e Commento

Un sostegno alle imprese

È in gioco il futuro delle imprese italiane, chiamate ad applicare le misure che il governo inserirà nella prossima legge di stabilità

Milano, 23 settembre 2018 - La rivolta dei sindaci, scattata all’indomani dell’approvazione definitiva del Milleproroghe, che contiene tagli ai fondi destinati alle periferie dei Comuni, è l’ultima grana scoppiata nelle mani dei due azionisti di governo. Che un sindaco del Carroccio o pentastellato manifesti il suo disappunto in modo eclatante rispetto a una decisione presa da un governa “amico”, desta abbastanza scalpore. Ma questa è, a conti fatti, la riprova di un marcato segno dei tempi. Per quanto riguarda le risorse finanziarie le ragioni dei territori e delle comunità locali prendono il sopravvento rispetto agli schieramenti partitici e alle appartenenze. L’Anci, che raggruppa i Comuni italiani, ha infatti deciso di interrompere le relazioni con l’esecutivo fino a quando non sarà rivista questa decisione che rischia di far saltare progetti varati da singole amministrazioni per rivitalizzare periferie abbandonate o in agonia. È comprensibile il malumore dei primi cittadini che tutti i giorni sono in trincea per assicurare servizi adeguati e qualità della vita accettabile.

Ma allora perché il governo ha deciso una misura del genere? La verità è che la coperta è davvero corta. Nel senso che Lega e 5 Stelle, per realizzare le mirabolanti promesse fatte agli elettori, devono reperire risorse ovunque. E al momento queste risorse sembrano esserci solo in parte. Mentre la Lega può dire di avere compiaciuto il suo elettorato con le politiche in tema di immigrazione - che peraltro non comportano aggravi per le finanze pubbliche - i 5 Stelle si giocano tutto sul reddito di cittadinanza. Strumento, questo, assai controverso, per il quale occorrono miliardi di euro che invece il ministro dell’Economia Giovanni Tria vorrebbe destinare ad altre misure, forse più funzionali alla crescita. Di qui la crescente insofferenza dei vertici pentastellati nei confronti del titolare del dicastero di via XX Settembre (indicative le parole pronunciate al telefono dal portavoce del premier, Rocco Casalino). La questione più spinosa riguarda il possibile sforamento del tetto del 3 per cento nel rapporto deficit-pil. Il ministro Tria viene visto dagli alleati europei come il garante del rispetto di quel limite da parte dell’Italia, mentre il governo gialloverde nel suo complesso viene percepito come una minaccia per gli equilibri finanziari attuali.

La manovrà non ha però solo aspetti contabili. È in gioco il futuro delle imprese italiane, chiamate ad applicare le misure che il governo inserirà nella prossima legge di stabilità. Proprio per questo il «Giorno», a partire da domani, pubblicherà ogni lunedì un settimanale totalmente dedicato al mondo delle piccole e medie imprese e del lavoro in Lombardia. Dando così voce ai protagonisti del comparto economico, alle loro storie virtuose, alle loro sfide combattute con coraggio e creatività e alle loro aspettative. Un faro puntato su una realtà sorprendente (a giudicare dai conti economici, dai risultati e dagli investimenti in ricerca e innovazione), ancora troppo vessata dalla burocrazia e dall’incerrtezza politica e legislativa. E che paradossalmente fatica spesso a trovare adeguata rappresentanza, in barba al reale valore delle Pmi, vera spina dorsale del Paese.