A due settimane dall’appuntamento elettorale gli orientamenti di voto dei lombardi tendono a premiare il presidente uscente.
Fontana gode di un discreto gradimento tra i cittadini. Dopo il sensibile calo durante le controverse prime fasi della pandemia ha poi lentamente recuperato credito tra l’opinione pubblica, migliorando l’immagine soprattutto nell’ambito del centrodestra. La candidatura di Letizia Moratti non sembra in grado di attrarre porzioni consistenti dell’elettorato di centrodestra (3-4% allo stato attuale) il che consente a Fontana di disporre di gran parte del bacino elettorale tradizionalmente maggioritario in questa regione. Anche Majorino non subisce particolari ripercussioni dalla candidatura di Moratti, ma difficilmente può insidiare il primato di Fontana in quanto la sua coalizione non ha la consistenza di quella del centrodestra. Il candidato del Pd inoltre sconta una minore notorietà. Gode di una buona immagine, ma non convince l’intero popolo del centrosinistra, il 29% del quale, tra coloro che lo conoscono, non ha fiducia in lui.
Le dimensioni delle liste appaiono piuttosto simili a quelle registrate alle elezioni politiche di 4 mesi fa (salvo qualche differenza dovuta all’inserimento delle liste civiche), segno che le candidature e la campagna elettorale non hanno inciso particolarmente sulle scelte di voto fino a questo momento. Tuttavia, si nota che Fratelli d’Italia, pur rimanendo nettamente il primo partito, cala nel consenso rispetto alle politiche 2022, in controtendenza con il trend nazionale, dove nel periodo post-elezioni è cresciuto di circa 5 punti percentuali. Crescono invece Lega e Forza Italia, le quali evidentemente nella competizione regionale riescono a esprimersi meglio in quanto più strutturati sul territorio. Nel contesto della sfida regionale, inoltre, l’effetto trascinamento di Giorgia Meloni per il suo partito è meno robusto.
Dall’altro lato il Pd decresce in linea con la dinamica nazionale, ma i fuoriusciti in gran parte vengono pescati dalla lista civica di Majorino che funziona da argine all’emorragia di voti dem. Allo stato attuale né Fontana né Majorino portano consenso aggiuntivo rispetto alla somma dei partiti che li sostengono. Al contrario, Moratti raccoglie circa il 3% di voti in più delle sue liste, principalmente elettori che il 25 settembre si erano astenuti o avevano votato per il centrosinistra.
Un dato piuttosto eclatante è quello della propensione ad andare a votare. In questa fase si stima un’affluenza di poco sopra il 50%, ovvero potenzialmente si potrebbe verificare un calo di 20 punti rispetto alle precedenti regionali. Non si può escludere che nelle ultime due settimane la campagna elettorale riesca a mobilitare una parte più consistente dell’elettorato, ma sicuramente questo dato dimostra una scarsa attenzione dell’opinione pubblica verso un appuntamento elettorale così importante.
* Head of research SWG S.p.a.