Ankara, 20 gennaio 2021 - L'annuncio ricorda quello fatto dalla Turchia alla vigilia del recente conflittto tra Armenia e Azerbaijan, per la contesa sull'enclave del Nagorno-Karabakh. Una guerra breve, per fortuna, ma nella quale l'appoggio di Ankara era risultato decisivo alla riconquista del territorio da parte degli Azeri, con molte morti anche civili tra la popolazione Armena: «La Turchia è pronta a fornire sostegno per eliminare i terroristi dalla regione di Sinjar in Iraq, se sarà necessario».
A dirlo, paventando di fatto una sprta di invasione noltre i proprio confine a Siu, è il ministro della Difesa di Ankara, Hulusi Akar, al titorno dalla visita conclusa nelle scorse ore in Iraq, in cui ha incontrato le autorità federali di Baghdad e quelle del governo di Erbil della regione autonoma del Kurdistan iracheno, dove si trova l’area di Sinjar nella provincia di Ninive, vicino al confine siriano. Secondo il governo di Recep Tayyip Erdogan, dunque, la zona è diventata una base operativa dei combattenti del Pkk curdo e dei suoi affiliati locali dal 2014, durante il conflitto con l’ Isis.
Traduzione: dopo la sconfitta militare in Siria (enorme la sproporzione delle forze in campo) i curdi siriani dello Ypg, che pure avevano contribuito a liberare il territorio dall'incubo di Isis, avevano dovuto andarse e lasciare di fatto il controllo della striscia ai turchi. Dal dicembre scorso, ricorda Ankara, le forze irachene hanno avviato un intervento per «rafforzare la stabilità e la sicurezza» nell’area e favorire il ritorno di alcuni sfollati. «Possiamo dire di essere determinati a eliminare i terroristi attraverso la nostra cooperazione sia con l’amministrazione regionale che con Baghdad», ha aggiunto Akar.
Fin dalla sua nascita, nel 1985, il Pkk (movimento di liberazione del Kurdistan) aveva piazzato le sue basi militari nella zona di Zakho, sulle montagne a Nord dell'Iraq. L'esercito turco, tra i primi dieci al mondo per potenziale bellico, non aveva disdegnato negli anni sanguinose incursioni oltre il confine, spesso suscitando l'ira di Bagdad. Ma negli ultimi anni il presidente turco Erdogan ha intensificato gli sconfinamenti, in Siria e in Irak, per evitare qualunque minaccia di uno stato curdo alle proprie frontiere. Per i curdi, si preannuncia l'ennesia stagione di conflitti.