DANIELE DE SALVO
Cronaca

Vittime di violenza nelle loro case: in nove mesi soccorse 167 donne

Nei reparti di Pronto soccorso degli ospedali lecchesi i numeri di una vera e propria emergenza

Le donne soccorse sono 86 all’ospedale Manzoni del capoluogo 81 al San Leopoldo Mandic di Merate

Le donne soccorse sono 86 all’ospedale Manzoni del capoluogo 81 al San Leopoldo Mandic di Merate

Sono più di una ogni due giorni. Italiane soprattutto, 134 in tutto, poi 5 peruviane, 4 marocchine e altrettante romene e della Costa d’Avorio, due originarie della Tunisia e dell’Ucraina, le altre dell’Albania del Burkina Faso, della Nigerua, della Svizzera, Cuba, Germania, Pakistan, Repubblica Dominicana, Senegal, Kenya e Filippine. Quattro di loro sono ragazzine che hanno meno di 16 anni. La maggior parte delle volte l’orco che le ha costrette a correre in Pronto soccorso o sulle proprie gambe o trasferite in ambulanza, è il marito, il compagno, il fidanzato, a volte il padre o un familiare, quasi mai un estraneo. I numeri della violenza contro le donne sono in crescita: in tutto il 2023 sono state 216 a bussare alle porte dei Pronto soccorso, 189 nel 2022, 184 nel 2021. In meno di 4 anni quasi 800 donne sono state assistite nei reparti di emergenza e urgenza degli ospedali lecchesi perché vittime di violenza. Oltre alla costanze che ad aggredirle sono stati quanti sostengono di amarle, l’altro comune denominatore è la stragrande maggioranza di loro sono italiane. Non ci sono solo le statistiche degli accessi in Pronto soccorso a testimoniare il fenomeno, ci sono pure le sentenze di condanna pronunciate dai giudici del tribunale di Lecco per violenza sessuale, che sono più di una al mese.

“Conoscenza e consapevolezza collettiva sono gli strumenti necessari per incrementare l’attenzione sul tema della violenza di genere – spiega Gianluca Peschi, direttore socio sanitario dell’Asst della provincia di Lecco -. È cruciale non solo esprimere un dissenso chiaro verso la violenza, ma anche intraprendere azioni concrete per evitarla, offrire supporto alle sue vittime ed educare all’affettività e alle differenze anche di genere”.