Merate, 27 dicembre 2012 - Sotto l'albero di Natale i commercianti del centro storico hanno trovato solo carbone, nero come la crisi economica e come le tasse, ma anche come il loro umore, dopo la richiesta di un pagamento extra per aver contribuito ad abbellire il centro storico con due vasi ed altrettanti alberelli collocati fuori dalle loro botteghe. Gli esercenti meratesi, oltre a dover fronteggiare una recessione di cui non si intravede il termine e l’Imu che più alta non si può, hanno ricevuto dai funzionari della Duomo Gpa, un’agenzia di riscossione tributi, una lettera con cui li si intima di versare 50 e rotti euro ciascuno per aver occupato il suolo pubblico con un paio di fioriere con le quali hanno addobbato l’ingresso delle loro attività in occasione delle festività di dicembre.
L’importo preciso è di 50,9 euro per aver invaso due metri quadrati si superficie municipale. «Quando mi è stato recapitata la documentazione credevo si trattasse di uno scherzo - spiega Vittorio Airoldi, titolari di una oreficeria della centralissima via Collegio Alessandro Manzoni -. Non riuscivo proprio a credere che avrei dovuto versare una somma del genere per due alberi di Natale posti all’ingresso del mio negozio. Li ho messi solo per ornare Merate e per contribuire a rallegrare la città, non certo per tornaconto personale, dato che non sono certo gli addobbi ad attirare la clientela». Invece è proprio tutto vero.
«Purtroppo è così, a tutti i nostri tesserati che partecipano all’iniziativa è stato spedito l’ordine di pagamento - spiega Ornella Comi, presidente dell’associazione La Nostra mela, che raggruppa una cinquantina di esercenti con l’obiettivo di promuovere attività che possano rilanciare l’economia brianzola -. Per noi è stata un brutta sorpresa, si tratta di una cifra non indifferente, tra l’altro in un periodo già molto difficile per le altre scadenze. Non è la prima volta che esponiamo fiori o altri addobbi, ma in passato nessuno ci aveva mai domandato di pagare nulla, anche perchè esiste una convenzione tra noi e l’Amministrazione comunale secondo la quale le piante sono da considerarsi parte dell’arredo urbano». Al momento tuttavia l’odioso e assurdo balzello resta.
«Ho chiesto chiarimenti in municipio ma nessuno ha saputo fornirmi indicazioni, a gennaio ne chiederà certamente conto all’assessore al Commercio Giuseppe Procopio - prosegue l’esponente dei negozianti -. Come possono farci pagare per una proposta che alla fine giova all’intera comunità?». Anche perchè in realtà nessuno occupa i 2 metri quadrati indicati nel bollettino di riscossione. «Proprio per tutte queste stranezze io consiglio a tutti i miei colleghi di soprassedere e di non versare un centesimo fino a quando non avremo discusso la questione», suggerisce la numero uno del sodalizio di operatori del settore.
di Daniele De Salvo
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