DANIELE DE SALVO
Cronaca

Abbadia Lariana, lo schianto in auto a 150 all’ora: una 13enne lotta per la vita. L’amico rivela: eravamo ubriachi

La ragazzina era uscita con un 19enne e un 22enne senza che la mamma lo sapesse. Il proprietario della Bmw: non ho la patente, guidava l’altro. A bordo le bottiglie vuote

L'auto incidentata sulla Sp72

L'auto incidentata sulla Sp72

Abbadia Lariana (Lecco) - La lancetta del tachimetro mai sotto i 150 chilometri all’ora, sul pianale davanti al sedile del passeggero le bottiglie di birra e di amaro vuote e dalle casse Capo Plaza a palla. Dal parabrezza si intravede il cartello che indica la direzione per la Statale 36.

Al volante della Bmw serie 1 c’è Massimo, 22 anni di Lecco. Accanto a lui Michele, 19 anni, di Malgrate, con lo smartphone in mano per filmare l’amico che guida come un folle, il contachilometri oltre i 150 all’ora e il contagiri sopra i 2mila. Dietro, sul sedile posteriore, c’è anche J.: lei ha appena 13 anni. Sono le 4.58 di venerdì 10 gennaio. Sessanta secondi dopo Massimo perde il controllo della Bmw, che si schianta in testacoda contro uno dei parapetti in cemento che delimitano quel tratto di Sp 72. Sia Massimo sia Michele riescono a uscire da soli dalla macchina distrutta. “Ma a quanto andavo?”, chiede Massimo a Michele. “A più di 150”, risponde Michele. “Ma no dai, non è possibile – replica Massimo -. Non me ne sono reso conto”.

Mentre loro però sono già in piedi, sani e salvi, J. è rimasta in macchina: è incosciente, riversa sul sedile e accasciata su se stessa. Sembra che dorma, se non fosse per la maschera di sangue che la ricopre, perché ha picchiato la testa contro un montante. La cintura di sicurezza allacciata non è bastata a proteggerla, gli air-bag dopo essere esplosi si sono sgonfiati e non hanno potuto attutire i numerosi impatti innescati dalla carambola.

Ora J. è ricoverata in prognosi riservata nel reparto di Neurorianimazione dell’ospedale di Lecco. È in coma e continua a lottare contro la morte. “Sia io che Massimo eravamo ubriachi – racconta Michele -. L’auto è mia, l’ho comperata alcuni mesi fa, ma ma mi hanno bocciato all’esame della patente e quindi guidava Massimo”. J. non doveva nemmeno essere con loro: “Giovedì sera l’ho chiamata per restituirle un paio di scarpe che mi erano rimaste in macchina una volta che eravamo andati in discoteca assieme – prosegue il 19enne -. Ci ha chiesto di venire con noi. Dovevamo andare solo al fast-food, invece...”. Invece sono stati fuori tutta notte, a divertirsi, soprattutto a bere. La mamma di J. nemmeno sapeva che la figlia fosse uscita di casa.

Come sia avvenuto l’incidente non se lo ricorda nemmeno Michele: “Stavo guardando TikTok al cellulare, non mi sono accorto di nulla. So che andavamo veloci, perché ho ripreso Massimo mentre guidava”. Il giovane ha postato uno dei video anche in rete. Una volta trasferiti in ospedale, mentre i medici stavano ancora rianimando la loro amica J. che stava rischiando di morire, entrambi i ragazzi se ne sono andati. “Io non avevo nulla, quando è arrivata la mia ragazza siamo andati insieme a fare colazione al bar, ho anche avvisato chi c’era in accettazione – spiega Michele -. Massimo invece è scappato perché non voleva sottoporsi all’alcoltest perché sapeva di essere ubriaco”.

Non è servito a nulla, il 22enne è stato rintracciato e ha ammesso tutto. Ora è indagato: lesioni stradali gravissime, guida in stato di ebbrezza, forse non aveva nemmeno lui la patente. “Un macello, è successo un macello, non doveva andare così- si dispera Michele, che ora ha anche paura di uscire di casa perché alcuni amici lo hanno minacciato sebbene non fosse lui a guidare -. Non doveva finire così soprattutto per J., lei non ha colpe”.