È come se il personaggio di un libro di storia non ci sia più. È scomparsa Giancarla Riva Pessina. Aveva 94 anni, tra le ultime protagoniste e testimoni dell’antifascismo e della Resistenza lecchesi, ma anche la prima donna in Italia nel cda di un’azienda pubblica, l’Apt Lecco. A insegnarle l’antifascismo sono stati il padre, socialista perseguitato e picchiato dalle camice nere, e la madre, durante la protesta del pane nel ‘42, sia i suoi due fratelli gemelli, arruolati a forza il giorno di Natale 1939 al compimento del 18° compleanno, divenuti partigiani dopo l’8 settembre 1943. Giancarla un partigiano, Emilio Pessina, lo ha successivamente anche sposato.
"Una testimone diretta degli scioperi del 7 marzo 1944 – aggiungono dalla Cgil lecchese –. Si stava recando al corso di avviamento professionale che frequentava quando vide alcuni lavoratori legati e caricati sui camion dai fascisti, che li consegneranno poi ai nazisti per la deportazione nei lager". Un’esperienza, quella del rastrellamento, che l’ha segnata profondamente: nel ‘46, a soli 16 anni, si è iscritta alla Cgil, di cui è diventata delegata sindacale. È stata inoltre fondatrice dell’Udi, Unione donne italiane, animatrice della Lega per i diritti dei popoli, promotrice del Coordinamento democratico della scuola, consigliera comunale dall’83 all’88 e presidente dell’Anpi provinciale dal 2024 al 2012. "Un esempio di coraggio e dedizione per tutti noi, ma anche e soprattutto per le giovani generazioni", sottolineano il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e la vice Simona Piazza. "Oggi siamo più soli – le parole dei tesserati dell’Anpi –, ma continueremo a seguire la strada che Giancarla ci ha indicato".
D.D.S.