Nibionno (Lecco), 27 dicembre 2024 – “Devono dire, devono parlare”. Non è un appello, è un imperativo morale, quello che lancia mamma Cinzia. La richiesta è per chi tra la notte e la mattina dell’antivigilia di Natale ha travolto la figlia Ambra, scaraventandola in un fosso d’erba lungo il controviale della Statale 36 e poi abbandonandola lì esanime, senza fermarsi a sincerarsi delle sue condizioni, prestarle aiuto, allertare i soccorritori che magari avrebbero potuto salvarla. “Non ho appelli da lanciare – sono le parole di mamma Cinzia –. La coscienza ce l’abbiamo. E se abbiamo un po’ di coscienza, devono dire, devono parlare”.
Al momento però nessuno ha parlato, il pirata della strada per ora resta un fantasma. I carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Merate e del Reparto operativo di Lecco di lui ufficialmente hanno solo qualche fotogramma sgranato di un filmato ripreso da una telecamera installata in zona: il video mostra la sagoma di un furgone da lavoro, di colore chiaro, in transito da quelle parti a un orario compatibile con quello dell’incidente. Hanno poi rinvenuto dei rottami, frammenti presi in seguito all’impatto, sufficienti per stabilire che l’investitore non può non essersi accorto dell’accaduto, perché lo scontro deve essere stato violento, tanto da scagliare Ambra a distanza di alcuni metri e da deturparle il volto, fin quasi a renderla irriconoscibile. Nonostante gli scarsi elementi a disposizione, gli investigatori non si arrendono. Coordinati dal pm di turno, stanno lavorando al caso giorno e notte, fin da quando Ambra è stata ritrovata lunedì mattina intorno alle 7, ormai priva di vita.
“Ambra era lì da amici – racconta la mamma –. È uscita a fumare una sigaretta, a fare due passi a piedi e...”. Ed è successo quello che è successo: qualcuno l’ha falciata e abbandonata a terra, come se fosse un sacco della spazzatura, non una persona. Ambra De Dionigi aveva 29 anni, li aveva appena compiuti, il 6 dicembre. Era originaria di Pasturo. Si manteneva con qualche lavoretto in giro per l’Europa. Oltre a mamma Cinzia, ha lasciato un papà, imbianchino, e Iris, la sorella. Se si sarebbe potuta salvare, se solo qualcuno l’avesse soccorsa in tempo, lo stabilirà l’anatomopatologo incaricato dell’autopsia. Le indagini a carico di ignoti sono di omicidio stradale aggravato dalla fuga e omesso soccorso.