
Rianimatori interinali pagati 115 euro all’ora in corsia all’ospedale di Merate. Se gli anestesisti di ruolo che hanno rischiato la pelle per fronteggiare la pandemia fossero pagati allo stesso modo avrebbero uno stipendio a quattro zeri. Il direttore generale dell’Asst lecchese Paolo Favini, cui fa capo il nosocomio brianzolo, ha firmato una delibera per stanziare 140mila e rotti euro per reclutare anestestisti di una cooperativa per coprire 204 turni da 6 ore ciascuno, per un totale di 1.224 ore di lavoro nel reparto di Terapia intensiva e nelle camere operatorie del Mandic. I dottori prescelti sono i professionisti della Medical service assistant di Roma, che sostituiranno i colleghi in ferie e soprattutto quelli che mancano in pianta organica perché da fine 2017 tra pensionamenti, dimissioni volontarie, aspettative e altre defezioni varie se ne sono andati in 25. A denunciarlo è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Marco Fumagalli, che punta il dito sia contro l’esternalizzazione della sanità pubblica, sia contro il reclutamento di medici precari, sia contro lo sperpero di soldi pubblici e in generale contro l’intero sistema sanitario regionale lombardo. "La ministra della Salute Giulia Grillo aveva riaperto le assunzioni in sanità – spiega l’esponente pentastellato al Pirellone -. Andando ad analizzare il bilancio risulta, poi, che nel 2018 la Medical service assistant ha fatturato circa 3 milioni di euro e che ha un milione di euro di spese per lavoro dipendente: dato che per un’ora di prestazione di anestesista il prezzo pagato è di 115 euro è chiaro come la società non disponga di anestesisti dipendenti, ma utilizzi professionisti a parcella o con contratti precari".
"Ma allora non poteva avvalersene direttamente l’Asst come prestatori d’opera professionale? Perché passare tramite un intermediario? In attesa della assunzioni con concorso si potrebbero individuare i medesimi anestesisti e proporre loro contratti senza oneri di intermediazione che impoveriscono il medico e la struttura sanitaria. In tutta questa vicenda è chiaro che a guadagnarci è solo l’entità privata, tutti gli altri ci perdono, a partire dai medici, dai pazienti e dal sistema pubblico".