
Fermoimmagine diffuso dalla questura di Forlì
Oggiono (Lecco), 29 settembre 2017 - Partiranno nelle prossime ore in questura le audizioni dei famigliari dei pazienti dell’Opera San Camillo di Predappio, la struttura socio-assistenziale finita nel mirino di un’inchiesta penale coordinata dal pm Filippo Santangelo che ipotizza i maltrattamenti a numerosi ospiti della residenza. Col blitz di mercoledì mattina della squadra mobile è stata applicata un’ordinanza che prevede la sospensione dell’esercizio del pubblico servizio, della durata di quattro mesi, nei confronti di padre Riccardo Ratti, il sacerdote originario di Oggiono, 61 anni direttore della struttura, e di una 40enne, assistente sanitariam e suo braccio destro. I due sono anche indagati a piede libero per maltrattamenti.
L’obiettivo degli investigatori è cercare di capire in che modo i famigliari abbiano dato il consenso alle contenzioni dei pazienti dell’istituto. Stando alle ipotesi accusatorie, diversi pazienti – molti con disabilità psichiche –, nel corso dei mesi sarebbero stati legati a tavoli o termosifoni senza che vi fosse una motivazione di tipo sanitario. Secondo la legge, i metodi di contenimento degli ospiti vanno applicati sono in caso di estrema necessità e con una specifica diagnosi sanitaria. Proprio su quest’ultimo punto si focalizzano i dubbi degli inquirenti: le prescrizioni mediche, stando ai riscontri eseguiti dai detective forlivesi, non sono state rinvenute. Ecco perché diventa importante sentire i famigliari di tutti i 40 pazienti. Intanto nella giornata di ieri Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio, spiega che «la comunità è molto scossa per il clamore mediatico che ne è seguito. Le sentenze mediatiche non fanno bene a nessuno. Tantomeno alla verità».
Il sindaco ha spiegato di essere «amico da anni di padre Ratti e la mia stima verso di lui come persona, sacerdote e professionista della struttura non è mai venuta meno». Riccardo Ratti, cresciuto ad Oggiono, è diventato sacerdote all’età di trentatrè anni dopo aver svolto il servizio militare a Roma ed essere stato anche caposala all’ospedale di Como. È stato consacrato nel 1990 dopo aver frequentato il seminario dei Camilliani di Verona. Inizialmente ha svolto il ministero in una comunità per malati di Aids di Milano, poi nel 2005 è stato trasferito propruio a Predappio, in una struttura per portatori di hadicap e malati fondata negli anni ‘50 per bimbi malati di Tbc e poi per i pazienti psichiatrici rimasti senza posto dopo la chiusura dei manicomi. Nel settembre 2015 aveva celebrato Messa a Oggiono in occasione del 25esimo di ordinazione sacerdotale.