
L'ospedale di Merate
Merate, 25 aprile - Non vede la madre che ha 83 anni da una settimana, cioè da quando è stata ricoverata in ospedale a Merate. I medici e gli infermieri non lo fanno passare per scongiurare il rischio di possibili focolai di Covid tra i pazienti in corsia, come successo anche di recente. Sebbene sul sito internet dell’Asst provinciale è indicato che le visite sono consentite ad un unico familiare, sono irremovibili. Gli è concesso solo di sentire la voce di mamma Vincenza, Enza come la chiamano, per telefono o di guardarla attraverso lo schermo di uno smartphone. "Ma mia mamma non riesce nemmeno a parlare ed è costantemente sopita", racconta Corrado Bortolo, 65enne di Merate, penna nera volontario della Protezione civile dell’Ana di Lecco. Quando è riuscita a contattarla le è inoltre sembrata indebolita, distante, quasi assente e il tracollo ha aumentato ulteriormente le sue preoccupazioni e soprattutto la necessità di vederla di persona, almeno da lontano.
"Prima di finire in ospedale per un misterioso febbrone da cavallo di cui non si conosce ancora la causa andava a ballare, al telefono invece non mi sembra nemmeno più lei, si sta spegnendo – confida il figlio -. Voglio solo vederla, anche dalla porta della sua stanza, con tutti i dispositivi di sicurezza e di protezione, senza avvicinarmi, solo per un saluto, per sincerarmi delle sue condizioni e tranquillizzarla che ci sono, che non l’ho abbandonata. Magari l’aiuterebbe a riprendersi. È mia madre, è un mio diritto, è previsto anche dalle disposizione anti-coronavirus". Disposizioni o meno, al momento non è tuttavia riuscito ancora a incontrarla. Capita a lui, capita a quasi tutti coloro che hanno familiari ricoverati al Mandic come all’Alessandro Manzoni di Lecco. Nessuno ha ancora pensato ad esempio ad una stanza o una tenda degli abbracci simili a quelle realizzare in diverse case di riposo o magari ad un vetro divisorio per garantire che il virus non dilaghi in ospedale e nel contempo permettere ai pazienti, specialmente ai più fragili e vulnerabili, di incontrare i propri cari.