FEDERICO MAGNI
Cronaca

Azouz Marzouk, dalla strage di Erba al nuovo lavoro a Lecco: “Ho sofferto e sbagliato. Ora spero di essere accettato”

Il 42enne tunisino che perse figlio, moglie e suocera nella mattanza dell’11 dicembre 2006 è pronto a cambiare nuovamente vita. “Lo faccio per la mia nuova famiglia. Impossibile e ingiusto cancellare il dolore”

Azouz Marzouk oggi ha 42 anni. Dopo la strage di Erba ha vissuto dieci anni in Tunisia. Ora ripartirà da Lecco

Azouz Marzouk oggi ha 42 anni. Dopo la strage di Erba ha vissuto dieci anni in Tunisia. Ora ripartirà da Lecco

“Ho sempre cercato di vivere una vita normale, nonostante tutto quello che mi è successo”. I guai con la giustizia, la strage di Erba nella quale ha perso tutto: il figlio Youssef di due anni, la moglie Raffaella e la suocera Paola Galli con la vicina di casa Valeria Cherubini. E ancora gli eccessi e i riflettori accesi dalla cronaca quando alle serate girava con Fabrizio Corona e Lele Mora; di nuovo i problemi con la giustizia per spaccio di droga, l’espulsione in Tunisia, la sua terra di origine dove ha trascorso dieci anni, e il ritorno a Lecco dove aveva creato una nuova famiglia e dove presto potrebbe essere assunto come autista di autobus.

Tante vite in una quelle di Azouz Marzouk, 42 anni, che entrerà a far parte dell’Academy di Linee Lecco, il progetto portato avanti dalla partecipata del capoluogo lariano che prevede l’assunzione di persone disoccupate o che hanno scontato i loro debiti con la giustizia. "Voglio tornare in Italia, trovare un lavoro e sistemarmi”, disse poco meno di un anno fa. Dei personaggi che sono stati trascinati loro malgrado nella tremenda mattanza dell’11 dicembre del 2006 quando, come hanno stabilito tutte le sentenze, Olindo Romano e Rosa Bazzi uccisero i vicini di casa a colpi di coltello e di spranga, Azouz Marzouk è sempre stato uno dei più controversi, se non altro per come gestì quella notorietà derivata da un atroce fatto di cronaca. Convinto dell’innocenza dei coniugi Romano, di recente è stato anche condannato per diffamazione nei confronti dei fratelli Castagna. E pensare che inizialmente, nelle ore immediatamente successive a quella sera del 2006, le indagini si concentrarono proprio su di lui, nativo di Zaghouan (Tunisia), forse solo per via dei suoi precedenti. Fortunatamente aveva un alibi di ferro, visto che si trovava proprio in Tunisia in quel momento. Marzouk ha scontato il suo debito con la giustizia dopo aver patteggiato una pena di tredici mesi per spaccio di droga e l’espulsione in Tunisia. È tornato a vivere a Lecco con la moglie Michela Lovo e le loro tre figlie.

Questa opportunità di trovare un lavoro come autista di autobus è un tentativo di tornare a una normalità dopo tanti anni? 

“Sì, è un tentativo di normalità, sperando che vada in porto questo progetto e io possa diventare autista di autobus".

Da un anno è tornato in Italia, ha gestito anche un bar in viale Turati nel rione Santo Stefano a Lecco, dove conobbe anche sua moglie. Dieci anni in Tunisia come sono trascorsi?

“Abbiamo avuto tre figlie di 14, 10 e 8 anni. Prima ho gestito una pizzeria e poi un minimarket. Ma ho sempre desiderato tornare in Italia e trovare un lavoro, soprattutto per la famiglia, per quella di mia moglie e anche per le mie figlie. È giusto che vivano in questa città”.

Se potesse tornare indietro c’è qualcosa che non rifarebbe?

"Nella vita bisogna sempre guardare avanti. Dobbiamo avere la forza e il coraggio di affrontare quello che ci capita e le conseguenze di quello che abbiamo fatto. Viviamo in una società e ora spero solo di essere accettato come lavoratore”.

Adesso che è tornato a vivere a Lecco passa da Erba qualche volta?

"Sì ci passo spesso. Quando torno mi fermo sotto la nostra casa di via Diaz. C’è dolore, tanti ricordi racchiusi in quelle mura, ma non è una cosa che si può cancellare. Non è giusto nemmeno dimenticare tutto ciò che abbiamo vissuto prima. È inutile scappare. Dobbiamo accettare tutto".