Lecco, 24 luglio 2019 - Metronotte al prezzo di saldo in sostituzione di carabinieri, poliziotti e agenti della polizia locale. A Ballabio, centro turistico di circa 4mila anime della Valsassina, il sindaco leghista Alessandra Consonni, professoressa di 51 anni, ha appaltato la sicurezza a guardie private armate. I vigilantes hanno cominciato a organizzare le prime ronde ieri sera. «Oltre ai normali pattugliamenti dei carabinieri, gli agenti di un istituto di vigilanza contribuiscono alla sicurezza notturna delle strade e dei punti sensibili del nostro territorio – annuncia il borgomastro – Le guardie giurate tutte le notti compiranno controlli armati, garantendo due o tre passaggi in paese. Oltre a dare un occhio alle abitazioni e alle proprietà municipali, controlleranno i parchi pubblici».
In realtà, a parte qualche furto in appartamento e una rapina all’ufficio postale, in paese non si sono mai registrati gravi episodi di criminalità, se non altro perché basterebbe sbarrare con posti di blocco le uniche due strade di accesso per bloccare eventuali pericolosi delinquenti in fuga. Lo conferma pure lo stesso primo cittadino: «Ballabio è tra le zone più tranquille della provincia di Lecco». A lei però non basta: «Non siamo certo immuni dai reati – spiega – Non sarà mai possibile estirpare ladri e balordi, ma in coscienza voglio fare tutto ciò che a un sindaco è dato di fare e forse qualcosa di più». Il servizio di pattugliamento ai contribuenti ballabiesi costa complessivamente un canone mensile di 325 euro più Iva: nulla rispetto allo stipendio di un vigile urbano o di un militare. «Abbiamo ottenuto condizioni di assoluta convenienza, con un enorme risparmio rispetto allo stesso servizio compiuto da agenti dipendenti», ammette Alessandra Consonni, che si appella alla legge regionale numero 6 dell’1 aprile 2015 sulle politiche integrate di sicurezza urbana.
Ma la decisione di reclutare vigilantes privati (quasi che carabinieri, poliziotti e ghisa non siano in grado di presidiare Ballabio e difendere chi lì vive, lavora o soggiorna per le vacanze) non piace a tutti, a partire dai vertici e dai rappresentanti sindacali delle forze dell’ordine provinciali.
Il primo cittadino, inoltre, non avrebbe concordato l’iniziativa nemmeno con il prefetto, come invece prevede la norma, secondo cui «il sindaco, qualora intenda avvalersi della collaborazione delle guardie particolari giurate, inoltra comunicazione al fine di consentire di impartire le opportune direttive». «La situazione è senz’altro all’attenzione del prefetto, che non intende rilasciare alcuna dichiarazione», si limitano tuttavia a riportare dalla prefettura.