
Paolo Mauri, ex sindaco di Lecco
Lecco, 12 ottobre 2018 - Condannati a quattro anni per distrazione di fondi l’ex sindaco di Lecco, Paolo Mauri, e l’imprenditore Mario Nava. I due - tra il 2008 e il 2010 - hanno ricoperto ruoli sociali nella 3S-DOT, dichiarata fallita nel 2010, con un debito di oltre un milione di passivo. La 3S-DOT era specializzata nella progettazione, produzione e commercio di apparecchiature di sicurezza per mezzi pesanti.
Durante il processo Paolo Mauri, che tra il 1983 e il 1987 ha ricoperto la carica di sindaco di Lecco, è consulente di Confindustria nonché titolare di un’altra azienda, si è difeso dicendo di «essere stato tradito da alcuni amici e ho tentato con tutte le forze di salvare la società». Paolo Mauri e Mario Nava, secondo quanto ricostruito durante il processo, avrebbero iniziato a collaborare già negli anni ‘90 riprendendo poi i rapporti sul finire del 2003 sul progetto innovativo che avrebbe dovuto essere portato avanti dalla nuova società. Tra l’altro la 3S-DOT aveva avuto da un importante gruppo e da un fondo americano la promessa di un prestito che non si è concretizzato ed ha quindi provocato il dissesto e il fallimento.
La Procura ha contestato a Paolo Mauri e a Mario Nava, quest’ultimo ritenuto amministratore di fatto della società, la distrazione di fondi per un valore di valore di 144mila euro, nonché dell’aver appostato delle immobilizzazioni attorno ai 300mila euro a copertura delle perdite. Infine l’accusa, condotta dal sostituto procuratore Andrea Figoni - subentrato al Pm Nicola Preteroti trasferitosi a Bergamo - aveva chiesto la condanna dei due imputati. L’avvocato Roberta Mandelli, costituitasi parte civile per conto della curatela, ha chiesto un risarcimento di 900mila euro. Ieri le repliche con il Pm Figoni che ha chiesto la condanna dei due imputati, mentre i difensori di Paolo Mauri e Mario Nava l’assoluzione. Il collegio giudicante, presieduto da Enrico Manzi, a latere Martina Beggio e Salvatore Catalano, ha inflitto quattro anni di carcere a entrambi, 250mila di provvisionale, 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e un risarcimento da definire in sede civile. Il difensore, l’avvocato Massimiliano Nessi, attende il dispositivo di sentenza (sarà depositato entro 90 giorni), poi avanzerà ricorso in Appello.